Non sai fare qualcosa? L'AI ci pensa per te

L'imprenditore Pieter Levels in tre ore ha creato un gioco di simulazione di volo, guadagnando circa 100mila dollari

Non sai fare qualcosa? L'AI ci pensa per te
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Ha creato un gioco di simulazione di volo in tre ore usando l’AI (l’editor di codice AI cursor), l’ha messo online, e al momento avrebbe guadagnato circa 100mila dollari. Ok, faccio un passo indietro. Pieter Levels è un imprenditore, ha fondato molte startup che sono andate benino, meno bene, e male, e fin qui ci sta. Il discorso però è un altro: ormai chiunque può diventare un programmatore e arricchirsi con l’AI?

Anzitutto Pieter Levels ha avuto un boost importante da chi di boost (e di booster) se ne intende, Elon Musk, che ha informato i suoi 220 milioni di follower su X. Al videogioco potete accedere gratuitamente su fly.pieter.com, e provarlo. Non vi aspettate chissà cosa, non è certamente il Flight Simulator di Microsoft, ma è interessante che in tre ore Levels abbia fatto un giochino diventato virale e redditizio. Interessante soprattutto che ormai si possa scrivere codici (anche di videogiochi) senza avere la minima base informatica.

Gli sviluppatori seri sono preoccupati? Alcuni sì, altri no. Max Yankov ha detto: «Non mi sono mai sentito più sicuro il mio futuro di ingegnere informatico. Quello che ha fatto Levels funziona per un prototipo veloce, ma perché funzioni bene ci vorrà uno sforzo cento volte superiore e mille righe di codice in più». Con la velocità di avanzamento dell’AI però questo gap potrebbe essere colmato in tempi più rapidi del previsto. Insomma, quante cose si possono fare con l’AI senza avere nessuna base di niente? Cominciano a essere tante, e siamo solo all’inizio.

Vuoi fare grafica? Ci pensa l’AI. Vuoi scrivere un saggio su qualcosa di cui non sai niente? Ci pensa l’AI. Vuoi fare trading online? Ci pensa l’AI. Vuoi pubblicare video su Youtube, e non sai quali contenuti mettere? Ci pensa l’AI. Non vuoi apparire nei video? Ci pensa l’AI. Vuoi organizzare un viaggio? Ci pensa l’AI. Attenzione: l’AI è una rivoluzione tecnologica epocale, e i suoi utilizzi sono innumerevoli e per lo più positivi. Ma come per ogni cosa dipenderà da chi la usa e come.

Su Instagram siamo invasi di video generati con l’AI, così invasi che cominciano anche a stancare. Anche Marco Montemagno, che di tecnologia è appassionato e su questi temi ci ragiona ogni giorno, appare spesso perplesso. Sulla vicenda di Pieter Levels ricorda che l’imprenditore ha fallito molte volte (non in senso negativo, chi sperimenta a volte riesce a volte fallisce), e far passare il messaggio che adesso ci mettiamo tutti a fare giochi in tre ore è esagerato e sbagliato. Così come tutto, del resto. Quello di Levels è un esperimento riuscito, ma quanti credete che continueranno a giocare a quel simulatore di volo online? Tuttavia Levels ha guadagnato. Certo, non c’è niente di male, non ha imbrogliato nessuno, casomai ha creato uno spunto di riflessione sulla visione dell’intelligenza artificiale sempre più percepita come un escamotage per essere capaci di realizzare cosa non si sarebbe capaci altrimenti.

Perché, in fondo, la narrazione popolare e virale sul web sembra essere questa: se non sei capace di fare niente non preoccuparti, lo farà l’AI per te. Io come scrittore non sono minimamente preoccupato: nessuno potrà scrivere i miei romanzi.

Magari però narrativa di genere sì, può già farlo, così come per un saggio. Se non hai mai letto un libro in vita tua, l’AI li leggerà per te, scriverà il tuo libro che non sapresti scrivere, e poi... e poi, signora mia, se lo leggerà l’AI.

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