Scoperto a Ostia il Colosseo del Porto di Traiano, forse era privato

L'anfiteatro, di dimensioni simili a quelle del Pantheon, aveva le fondamenta in muratura e le pareti di legno e si trovava fra i due bacini del più grande porto dell'antichità. Trovata anche una testa di Ulisse del II secolo

Scoperto il «Colosseo» del Porto di Traiano, un anfiteatro di dimensioni inferiori a quelle del più noto Anfiteatro Flavio, ma grande almeno quanto il Pantheon di Roma, di 42 metri di lunghezza e 38 di larghezza. Dopo che sono state riportate alla luce le fondamenta, l'ipotesi ricostruttiva è che l'alzata delle pareti perimetrali che sostenevano le tribune fosse almeno di dieci metri. Il rinvenimento è stato presentato durante un sopralluogo nell'area archeologica di Portus dalla soprintendenza archeologica di Ostia. La scoperta è frutto di una campagna di scavo durata tre anni condotta in collaborazione con la British School at Rome, l'Università di Southampton e l'Università di Cambridge, e diretta dal professor Simon Keay. «L'unicità della scoperta - dice Keay - è che è la prima volta che viene rinvenuto un anfiteatro nel cuore di una zona portuale. Altra particolarità è che questo emiciclo spicca nel centro del palazzo imperiale di Traiano, anche se l'edificio appena scoperto è databile all'inizio del III secolo dopo Cristo. La nostra sfida è capire perché ci fosse una struttura simile dentro il palazzo imperiale». L'esempio più assimilabile idealmente è l'Anfiteatro Castrense di Roma. «La nostra speranza è di dare nuova luce a un sito archeologico di importanza mondiale - dice Simon Keay - Questo era il porto della Roma imperiale, quindi il più importante del mondo. Purtroppo oggi ancora poco conosciuto e forse troppo dimenticato». «Il nostro lavoro - racconta Keay - è iniziato nel '98 con una serie di indagini, e nel 2007 abbiamo avviato la campagna di scavo concentrandoci sul palazzo imperiale, un complesso molto importante che si estende tra i due bacini, quello di Claudio e di Traiano, e che rivela tracce dal I secolo all'epoca bizantina, in base alle trasformazioni del porto». Altro aspetto importante è che l'anfiteatro può essere identificato con il teatro indicato da Rodolfo Lanciani durante gli scavi del 1868. Questo anfiteatro in scala ridotta rispetto al Colosseo era chiuso nel palazzo, quindi non visibile dall'esterno, molto probabilmente un luogo privato per un godimento esclusivo del pretore che gestiva il posto. La campagna di scavo si chiuderà il 9 ottobre, poi seguiranno le pubblicazioni. «Ma vogliamo intanto realizzare un sito internet per la ricostruzione virtuale del porto di Roma all'indomani delle nuove scoperte - dice Keay -. Quello per il Porto di Traiano è uno scavo archeologico modello perché qui stiamo sperimentando tutte le metodologie di indagine, dalla geofisica al carotaggio alla realtà virtuale». L'area sarà fruibile, sarà visitabile? «Sarebbe importante aprirlo al pubblico, nel futuro spero che con i nostri lavori la gente conosca le potenzialità del sito. La speranza è che si apra al pubblico».
Quanto alla funzione, l'anfiteatro avrebbe ospitato ludi gladiatori o venazioni o gare sportive o ancora, data la presenza di una caserma di vigili, esercitazioni militari. Il possibile committente e fruitore potrebbe essere, come si legge su un'iscrizione del 247 dopo Cristo l'ufficiale «Procurator Utriusque Portiu», personaggio responsabile dei due bacini di Claudio e Traiano. «Sicuro l'anfiteatro era il fulcro ludico del porto». Rimangono a oggi solo le fondamenta perché probabilmente l'edificio era costruito di legno. Dall'ipotesi ricostruttiva aveva un parte dell'emiciclo sormontata da un monumentale colonnato, probabilmente l'accesso cerimoniale per i dignitari di corte. Se una parte perimetrale dell'anfiteatro spicca a ridosso del molo del bacino di Claudio, intorno sono state rinvenute una serie di stanze lussuosamente decorate con pavimenti e pareti di marmi, da cui proviene una splendida testa marmorea forse raffigurante Ulisse del II secolo d.C., insieme ad altri pezzi di pregio, come un capitello corinzio finemente decorato. Riportati alla luce, sempre a ridosso dell'anfiteatro anche ambienti di servizio, come un'antica latrina. «La scoperta è importante per capire la concentrazione di poteri nel palazzo ma anche il ruolo chiave del palazzo nel porto», commenta Simon Keay. Durante gli scavi dell'ultimo anno che si sono concentrati nel palazzo imperiale, è stata rinvenuta anche l'area delle cisterne, ambienti di servizio, molto grandi, con basi di pilastri per sorreggere peso della struttura a poggiavano su pilastri.

Si coglie l'anello esterno dell'anfiteatro, servito con più piani, forse tre. La datazione complessiva sta avvenendo grazie alla gran quantità di bolli sui mattoni. Trovate anche tombe a ridosso delle mura tardo-antiche del V-VI secolo.

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