Treviso - Presentando il paper di Farefuturo, la fondazione dei finiani, il segretario generale Adolfo Urso ha suggerito di "dare cittadinanza a chi
nasce in Italia alla fine delle scuole elementari, oppure dopo
cinque anni di residenza regolare a chi dimostra di conoscere la
lingua italiana e di condividere i valori e i diritti
costituzionalmente garantiti". Ribadendo la sua contrarietà alle
scuole coraniche, in quanto "fonte di ghettizzazione e di
contrasto" e al "velo negli edifici pubblici, nelle scuole e
nelle università" ha, invece, espresso favore per "l'introduzione
dell'ora di religione islamica facoltativa nelle scuole
pubbliche". "Il governo - ha poi affermato - ha operato bene nel contrasto
all`immigrazione clandestina ma nei respingimenti occorre
garantire il rispetto dei diritti dei rifugiati, di quello
comunitario e di quello internazionale. Occorre - ha detto -
distinguere l'illegalità di accesso dall'illegalità di
permanenza: un conto è infatti definire illegale chi entra nei
confini di uno Stato in aperta violazione delle norme nazionali.
Altro è la condivisione di chi, venuto in possesso dei requisiti
legali, abbia perso lo status di legalità per motivazioni spesso
a lui non imputabili".
Castelli: "Una provocazione" Una proposta "strumentale", anzi "solo una provocazione". Roberto Castelli ritiene che l’idea
dell’ora di religione islamica, lanciata da Adolfo Urso al
convegno di Farefuturo e ItalianiEuropei, "non sia
neanche da prendere in considerazione".
Insomma, dice il viceministro alle Infrastrutture in
un’intervista al Corriere della sera, "l’ora di religione
islamica non è nel programma, non esiste. Chi ne parla ha in
mente altre cose". Peraltro, osserva Castelli, giunge a pochi
giorni dall’attentato a Milano, "proprio per suscitare una
nostra reazione e seminare zizzania. Sono giochini tristi e
prevedibili. Mi viene in mente Follini". Follini che nel 2004,
spiega il viceministro leghista, "cercava solo di creare
problemi alla maggioranza sui temi più diversi ma sempre a
prescindere dalla sostanza delle cose".
Oggi però, avverte Castelli, "la maggioranza è molto più
solida di allora. Ma Fini ha avuto un’accelerazione che lo mette
fuori dal comune sentire del Popolo della libertà".
Il Vaticano dice sì Il Vaticano apre
all’ipotesi di una ora di religione musulmana a scuola e, per
bocca del cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che,
assicurando i debiti "controlli", si tratterebbe, oltre che di un "diritto", di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i
giovani di religione islamica finiscano nel "radicalismo". "Se si ammettono gli immigrati, essi vengono con la loro cultura
e la loro religione e devono inculturarsi nel paese dove
arrivano", spiega il presidente del Pontificio consiglio
Giustizia e pace ad ’Apcom’. "A meno che non scelgano di
convertirsi al cristianesimo - perché la libertà di religione è
un principio sancito da Dichiarazione dei diritti dell’uomo - se
scelgono di conservare la loro religione hanno diritto ad
istruirsi nella loro religione", afferma il cardinal Martino. "È
un loro diritto". Il porporato non manca di sottolineare il
rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzi
di religione musulmana scelgano una scuola confessionale a
rischio di influenze radicali. "Se c’è questo pericolo e se l’ora
di religione musulmana è inserita in un sistema con tutti i
controlli necessari - spiega - penso sia meglio che non andare a
finire nel radicalismo".
Il ’ministrò del Vaticano per le questioni attinenti alla
Giustizia e la pace pone una condizione alla possibilità di
introdurre l’ora di islam nella scuola pubblica: "È necessario
che ci sia il numero sufficiente di alunni. Se c’è un solo
bambino musulmano, è più opportuno che ci pensino i genitori".
Cardinal Tonini: "Impraticabile" La proposta di introdurre un’ora di
religione islamica nelle scuole italiane, pure nelle sue "buone
intenzioni", non trova d’accordo il cardinale Ersilio Tonini che
all’Adnkronos afferma: "capisco le intenzioni ma dietro queste
proposte c’è pressapochismo. Ci vuole massima prudenza nell’approccio
con l’Islam". Secondo il porporato, "si tratta di un’idea
impraticabile, non attualizzabile nel nostro momento storico". Il
cardinale precisa il suo disappunto: "pensare che l’Islam sia un
gruppo completo, esaustivo, è un errore. L’Islam ha mille
espressioni, collegamenti, imparentamenti. Insomma, con i valori della
nostra civiltà non ha nulla a che vedere".
Una proposta che si inserisce nella direzione di favorire l’
integrazione, tanto auspicata da più parti, col mondo islamico anche
attraverso l’attuazione di un Concordato con l’Islam come quello
sottoscritto con la Chiesa cattolica. "Che sia necessaria una specie
di intesa e di libertà di pensiero è evidente - afferma Tonini - ma
bisogna sempre presupporre che ci sian qualcosa di comune quando si va
a siglare un patto. Beninteso, la libertà religiosa è un diritto
sacrosanto, ma quando si tratta di tradurla in concreto nei rapporti
sociali vediamo che le difficoltà sono enormi. Basta pensare al posto
che occupa la donna nel mondo islamico: siamo lontani anni luce anche
su questo punto fondamentale".
Sì del Pd L’idea lanciata da Urso piace a
Massimo D’Alema. "È un’idea giusta - dice l’ex ministro degli Esteri in una conferenza stampa ad Asolo - perché basterebbe
l’allargamento di un principio che oggi già esiste, cioè quello di optare per un insegnamento alternativo all’ora di religione cattolica. Non
vedo perché tra le opzioni non debba essere contemplata la religione islamica.
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