Per le nuove assunzioni valgono le vecchie graduatorie. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 110 il decreto legge del 13 maggio numero 70 che dà il via libera alle tanto attese immissioni in ruolo. Entro due mesi dovrà essere approvato dal Parlamento e dunque la partita non si può ancora dire chiusa ma, se non sorgeranno ostacoli imprevisti, il prossimo settembre la scuola assisterà ad una massiccia ondata di assunzioni: oltre 30.000 professori e circa 35.000 non docenti.
Sono state però apportate alcune correzioni rispetto al testo originario. Confermato il piano triennale di assunzioni sui posti vacanti e disponibili in ciascun anno ma a partire, qui sta la novità, dal 2010 con il riferimento quindi alle graduatorie dello scorso anno scolastico. Un principio sul quale ha puntato i piedi il Carroccio. Il rischio infatti era quello di vedere rivoluzionate le graduatorie che devono essere riaperte ed aggiornate. Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, l'aveva detto chiaramente: «Alla Lega Nord non piacciono le nuove modalità di gestione delle graduatorie dei docenti». Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, in realtà non ha scelta perchè deve dare seguito alla sentenza della Consulta che ha bocciato la sua decisione di inserire in coda in graduatoria chi si sposta da una provincia all'altra senza tenere conto del punteggio. I giudici costituzionali rispondendo ad un ricorso hanno ribadito che i punti non possono andare persi nel trasferimento, confermando la validità dell'inserimento "a pettine". Una simile decisione però, aveva detto Pittoni inevitabilmente avrebbe provocato «uno spostamento di massa dei candidati del sud nel settentrione, dove vi sono meno precari e più posti liberi». Dunque, aveva preseguito, «senza interventi mirati, non essendo stata ancora varata la riforma del reclutamento che rivedrà i criteri di acquisizione dei punti, ci sarà l'assalto alle regioni del centro-nord e decine di migliaia di insegnanti locali e del sud perderanno il posto per fare spazio a chi allora questa scelta non l'ha fatta e adesso potrebbe addirittura essere premiato con il ruolo». Ora l'intervento mirato c'è stato.
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