Esiste un sistema avanzato di controllo delle frontiere fatto di "radar, sensori a infrarossi e sistemi di comando a tre livelli", commissionato dall'ex rais Muhammar Gheddafi e realizzato da Finmeccanica. "Basterebbe attivarlo e gran parte dei problemi sarebbero risolti - spiega l’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini in una intervista al Tempo - ma attualmente parte è imballato in un deposito a Bengasi e parte non è mai partito dall’Italia perché tutto si bloccò con la caduta di Gheddafi".
Il sistema costava 300 milioni di euro. "La metà li doveva mettere l’Italia, gli altri 150 milioni la Libia - racconta Guarguaglini - ma alla fine intervenne Nicolas Sarkozy". Il presidente francese promise alla Libia che l'Unione europea avrebbe pagato gli altri 150 milioni di Euro. "L'appunto arrivò ai burocrati europei ma restò solo un pezzo di carta - continua ancora Guarguaglini - alla fine pagammo tutto noi". Il sistema è di quelli ancora all’avanguardia. "Se è ancora funzionante, installato - assicura l’ex presidente di Finmeccanica - può ancora monitorare e bloccare chi varca il confine".
Nell'intervista al Tempo Guarguaglini si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. E, parlando proprio di Finmeccanica, fa notare come, da quando è andato via, alla società manchi "una strategia orientata al mercato".
"Manca una visione globale del business che si sviluppa soprattutto all’estero", dice l’ex presidente. Quanto alle inchieste penali che lo hanno coinvolto, ammette di essere rimasto con molta amarezza: "Non ho mai preso soldi. E se avessi sospettato che qualcuno lo avesse fatto, lo avrei denunciato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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