Se viviamo osservati dagli occhi degli altri

Telecamere e voyeur nel primo film in concorso da Singapore

Se viviamo osservati dagli occhi degli altri
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Siamo a Singapore. Stranger Eyes di Siew Hua Yeo, primo film di quel Paese in concorso a Venezia (ma gli attori sono taiwanesi come la co-produzione), si apre con una giovane coppia che continua a chiedere alla polizia notizie sul caso della figlioletta, scomparsa ormai da due anni in un parco. I due iniziano a muoversi da soli, per cercare di ottenere altre informazioni. Iniziano così a ricevere strani dvd in cui si rendono conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, persino i momenti più intimi. La polizia mette la casa sotto sorveglianza per tentare di sorprendere il voyeur, ma la famiglia inizia a sgretolarsi a mano a mano che i segreti si svelano sotto lo sguardo attento di occhi che li osservano da ogni parte. «Una volta in un parco racconta il regista ho visto un uomo. Era anziano, dall'aspetto ordinario. Mentre lo fissavo, ho iniziato a crearci attorno una storia. Quando ho notato le telecamere di sorveglianza tutto intorno a me, ho capito che ero stato osservato tutto il tempo. C'è sempre qualcuno che guarda». Il film ragiona molto sul tema delle immagini riprese da sconosciuti o dalla polizia visto che Singapore «è un piccolo stato insulare dove non c'è via d'uscita dalla rete di sorveglianza, osservare ed essere osservati diventa un rituale quotidiano. Con un'elevata densità di popolazione e una sorveglianza pervasiva, il moderno paesaggio urbano ci trasforma in testimoni involontari delle vite degli altri, con tutte le conseguenze del caso».

Stranger Eyes riflette sull'interazione tra vedere e essere visti «in un'epoca in cui la consapevolezza di essere costantemente osservati, sia attraverso i social media sia come necessità di sicurezza, plasma le nostre identità come attraverso uno specchio, confusamente. In ultima analisi l'atto del vedere non è passivo, ma riflessivo e trasformativo: un pericoloso gioco di simulazione che potrebbe portare al collasso dell'idea di un'identità stabile».

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