da Dublino
La sconfitta è bruciante per un paio di calci piazzati mandati a lato dei pali dal piede di David Bortolussi. Ma allo stesso tempo il passo falso rimediato dagli azzurri sullerba del Croke Park di Dublino manda segnali incoraggianti. Finisce 16-11 per i padroni di casa che senza brillare salvano il posto di Eddie OSullivan. Il sudafricano Mallett può essere soddisfatto della sua prima volta. Il coach scommette tutto sulla difesa e su una mediana che trova in Andrea Masi un onesto interprete. Davanti al talento balistico di Ronan OGara, laquilano di Biarritz la mette sul fisico. È onnipresente quando si tratta di placcare. Sul contatto è inesorabile. Gordon DArcy lo prova a sue spese, costretto ad abbandonare il terreno di gioco al primo contatto.
È unItalia che nel match entra a rate. Soprattutto allesterno, la difesa non è impeccabile. Trimble in un paio di occasioni mette il turbo e sorpassa un Canavosio con la testa e le gambe rimaste nello spogliatoio. Lestremo Dempsey sfrutta le sue accelerazioni: prima segna, poi manda nel panico la seconda linea di difesa azzurra che tuttavia riesce a fermarlo sul filo di lana. Canavosio torna negli spogliatoi per ordine di Mallett. Al suo posto entra Ezio Galon con lItalia che tuttavia pecca di efficacia e disciplina. Dellapè si fa sventolare un cartellino giallo in faccia quando lItalia butta al vento la più ghiotta occasione del primo tempo. La via dei pali, a posteriori, avrebbe portato punti che alla fine mancheranno sul tabellone azzurro. In più ci si mette anche Bortolussi che al Croke Park non sembra in giornata di grazia. Per fortuna la difesa e la sontuosa prova del pacchetto tengono a galla le speranze azzurre.
Dalla linea di touche Alessandro Troncon vive la partita come se fosse lui ad indossare la maglia numero nove. Si sgola, urla verso i suoi ex compagni, mentre dallauricolare ascolta i messaggi di Mallett. Chiede pressione, vuole togliere ossigeno alla truppa irlandese che a fatica si tiene in linea di galleggiamento. Da dietro il pacchetto Travagli rispetta le consegne per togliere le castagne dal fuoco ad Andrea Masi che soffre solo quando OGara lo chiama in causa con maliziosi calcetti dietro le linee. Per fortuna è un tema che non dura molto.
E allora tocca al pacchetto portare la croce in processione. Le fasi statiche, soprattutto in rimessa laterale, diventano la naturale piattaforma per lanciare la rincorsa nel punteggio. Una missione che riesce quando manca un quarto dora alla fine. Decide la superiorità azzurra sui raggruppamenti. La «bajadita» allamatriciana sfonda la resistenza irlandese, la meta porta il nome del miglior giocatore del campionato inglese, Martin Castrogiovanni. Poi è un faccia a faccia tra calciatori: da una parte OGara, quasi perfetto, dallaltra Bortolussi che un paio di palloni li manda a lato dei pali. Mallett allarga le braccia ma poi fa capire: «È il migliore che abbiamo. Se nel campionato trovate un calciatore meglio di David, fatemelo sapere. Io per ora non ne ho visti». LItalia ci prova fino allultimo con il pallone alla mano. Con Masi, che oltre a placcare dimostra di avere per la testa anche le idee chiare in fase di distribuzione dellovale. Si gioca fino allultimo. Poi il fischio finale di Kaplan.
E domenica prossima al Flaminio dovremo vedercela con unInghilterra dal dente avvelenato, battuta in casa dal Galles (19-26) dopo ventanni. A loro limpresa è riuscita.
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