Senato, manca l'intesa su roadmap delle riforme

I capigruppi non trovano l'accordo sulla tempistica per la riforma costituzionale e la legge elettorale

I capigruppo di maggioranza e opposizione non trovano l'intesa al Senato. La "road map" della riforma costituzionale e della legge elettorale non è ancora stata stabilita. Un’ora e mezza di riunione non è servita ad avvicinare le posizioni.

Il Pdl continua a ritenere che prima debbano essere approvate le riforme della Costituzione, come la riduzione dei parlamentari e la fine del bicameralismo, e dopo la riforma della legge elettorale. Il Pd invece ritiene che la "priorità assoluta" sia la riforma elettorale. La Conferenza dei capigruppo, quindi, si è risolta in un nulla di fatto.

La presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, non nasconde la delusione al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama: "Non mi sembra che emerga nelle forze politiche la giusta consapevolezza della necessità di cambiare la legge elettorale che invece è la priorità assoluta. Non è il caso di impuntarsi su quale debba essere l’assemblea che avvia la riforma. Bisogna farla - prosegue - senza ombra di dubbio e senza esitazione anche se abbiamo i mesi contati da qui alla fine della legislatura. Sono in corso gli incontri di tutte le forze politiche per arrivare ad un orientamento comune, ma - ribadisce - non conta se la riforma elettorale la fa la Camera o il Senato, importante è che si faccia". 

Maurizio Gasparri (Pdl) insiste, invece, sul fatto che si debba "avviare un percorso riformatore che si basi su tre punti: le riforme costituzionali, la legge elettorale e la riforma dei regolamenti parlamentari". In pratica conferma che per il Pdl "prima bisogna approvare le riforme costituzionali e poi la legge elettorale". Orientamento che Gasparri definisce "prevalente" tra i gruppi.

Anche la Lega ribadisce questa posizione, e questo di fatto allontana l’intesa su una possibile accelerazione della riforma elettorale in Parlamento. Su quale Camera debba occuparsene, tra l’altro, Gasparri non ha dubbi: "Sia le riforme costituzionali sia la legge elettorale sono incardinate al Senato e non c’è motivo per spostarle".

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