Ancor prima del suo arrivo su Netflix, la docu-fiction sulla vita della leggendaria Cleopatra ha catalizzato su di sé un mucchio di critiche sia dagli esperti di storia che dallo spettatore medio. Ancora una volta la Storia è finita nel mirino di che vuole cercare di scrivere e raccontare, a proprio uso e consumo, i grandi personaggi che hanno lasciato un segno nell’immaginario comune. Una riscrittura che può essere funzionale (più o meno) quando si tratta di una serie tv, e di recente lo abbiamo visto con La Regina Carlotta, ma una scelta del genere non può essere presa in considerazione nel momento in cui si parla di un documentario e per di più con attori in carne e ossa. Il progetto di Netflix, che è nato per raccontare la storia di Cleopatra in un’ottica più pop e meno austera, celebrando la donna che c’è dietro la regina, ha subito l’effetto contrario. Pur arrivando in vetta alla top 10 delle serie in costume più viste dal pubblico pagante, le critiche accese hanno contribuito a affossare la docu-fiction, almeno nell’indice di gradimento da parte del pubblico.
4 gli episodi prodotti della durata di 40 minuti ciascuno - disponibili dal 10 maggio - che celebrano il mito di Cleopatra, la donna che, politicamente, è stata così decisa nell’espandere il suo regno arrivando a stringere un accordo anche la grande città di Roma. Sulla figura di una donna così fuori dagli schemi sono state dedicate diverse rappresentazioni in tv come al cinema, ognuna di queste ha riletto il mito con un’ottica diversa. Nessuna, però, si era spinta fino a questo punto. Tutto può essere perdonato, tranne il fatto di idealizzare una Cleopatra di colore. Una scelta bizzarra e molto forte, se la si vuole leggere da questo punto di vista, ma che alla fine è poco funzionale. Qui ci si trova ben oltre la cancel culture. È come se si volesse scrivere la storia a proprio uso e consumo. Questa scelta, non solo ha scaturito una marea di critiche, ma ha mosso una lunga serie di polemiche in giro per il web in cui si chiede a gran voce di cancellare la docu-fiction dal catalogo di Netflix.
La storia di Cleopatra secondo Netflix
È Jada Pinkett-Smith (moglie di Will Smith) che è la voce fuori campo che racconta le imprese della Regina d’Egitto. Alternando le impressioni e i punti di vista degli studiosi di storia antica, la fiction con un’impronta quasi epica cerca di raccontare l’ascesa di Cleopatra fin dal suo primo anno di regno. C’è un accenno alla sua vita prima di salire al trono. Si parte già dallo step successivo, ignorando i suoi studi in fatto di politica e di cultura, posizionando la donna al centro della storia, evidenziando come sia stata una sovrana con grandi ambizioni, con l’intenzione di espandere i suoi confini, e cercare così di imporre l’egemonia dell’Egitto ben oltre le sabbie del deserto. Un’ottica che colpisce, su questo non ci piove, ma tutto il resto è così vuoto, spento e troppo auto-referenziale che la docu-serie perde di invettiva e di intensità. A prestare il volto all’immortale sovrana, amata per essere una donna bella e molto scaltra, è Adele James. Attrice afro-americana e poco nota al grande pubblico, pur riuscendo a “entrare” nella parte, non ha convinto né il pubblico e né tantomeno gli esperti di storia, criticata fin dall’inizio per la scelta di far interpretare il personaggio di Cleopatra a una donna di colore il colore. Da qui, infatti, cominciano le dolenti note.
Una sterile docu-fiction
Al netto di tutto le critiche, c’è da dire che la fiction su Cleopatra non ha funzionato per nulla. Anche se fosse stata rispettata una certa attendibilità storica, manca il cuore della storia, manca il pathos, manca l’epopea, manca l’essenza di un personaggio che – per davvero – ha cambiato le sorti della Storia mondiale. La regia può anche essere incisiva, la recitazione può funzionare, come ben curata è l’ambientazione e la ricostruzione di tutti gli usi e costumi dell’epoca, ma oltre a questo non c’è proprio nulla di bello. Il documentario è sterile e, oltretutto, regala un’immagine sbagliata di una regina che ha lottato contro tutto e tutti pur di far valere il suo nome. Alla Storia e tutto ciò che ne consegue, si è dato ampio spazio all’amore tra Cleopatra e Marco Antonio, pennellando i contorni di una romantica storia d’amore finita poi in tragedia. Questo può anche essere il senso stesso della vicenda, ma la vita di Cleopatra è stata ben altro e nessuno, da quel che sembra, ha voluto approfondire i dettagli.
Pesanti accuse dagli studiosi egiziani
Una vera e propria valanga si è abbattuta sul documentario di Cleopatra. Non solo dal pubblico che, per l’appunto, non ha apprezzato l’immagine stessa della sovrana, ma le critiche sono arrivate in special modo dal mondo accademico. "Falsifica la storia", sottolinea l’egittologo Zahi Hawass in un articolo che è stato riportato dall’Egypt Indipendent. Accusa la docu-serie di Netflix di "promuovere l'afro-centrismo, facendo pensare che sia i faraoni come gli stessi egiziani fossero solo ed esclusivamente di pelle nera, usurpando così la loro identità". Nonostante questa pensante (e lecita) accusa, il cast della fiction rigetta le accuse rivelando che non ci fosse nessuna prova sul colore della pelle di Cleopatra e che la stessa visione arrivata ai giorni nostri potrebbe non essere veritiera.
E scatta la denuncia per Netflix
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato l'avvocato Mahmoud al-Semary che, proprio nei giorni scorsi e come è stato rivelato da Indiewire, ha presentato una denuncia al pubblico ministero della sua nazione per richiedere il blocco di Netflix in Egitto a causa della promozione di un "pensiero rivolto a distorcere e cancellare l'identità egiziana". L’avvocato ritiene che Cleopatra non poteva essere una donna colore perché era di razza mista. La storia riporta che fosse di origini greche, il che significa che aveva la pelle chiara e non scura.
Oltre la finzione: ecco chi era la Regina Cleopatra
Una storia quella di Cleopatra che ha vinto persino le pieghe del tempo. È stata l’ultima sovrana della dinastia tolemaica a regnare in Egitto e anche l'ultima di tutta l'età ellenistica. Donna forte e indipendente ha portato avanti una politica espansiva, nonostante il continuo avanzare dell'egemonia della Repubblica romana nel mar Mediterraneo. Cleopatra è riuscita comunque a relazionarsi con Roma, grazie al rapporto personale che instaurò con due importanti generali romani, Giulio Cesare e Marco Antonio.
Di vitale importanza è stato il suo ruolo nell'ultima guerra civile repubblicana - che si è svolta tra il 44 e 31 A.C-. Oltre a questo, oggi è considerata una tra le più famose personalità dell'antico Egitto e della storia universale, infatti, la sua figura è stata al centro di racconti e ricostruzioni storiche più o meno fantasiose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.