Il fatto è questo: il successo genera altro successo. Questa legge non scritta è stata presa sul serio in diversi ambiti, sia quello letterario che in quello cinematografico, come per il comparto televisivo. Oggi è proprio il settore delle serie tv che cavalca – pedissequamente – il successo da parte di critica e pubblico, arrivando a proporre storie, racconti e personaggi legati a progetti televisivi che hanno trovato largo consenso. Così dal 4 maggio su Netflix arriva una miniserie tv che cavalca l’onda di Bridgerton per regalare al pubblico uno sguardo nuovo e sincero sul mondo dell’aristocrazia inglese e sull’epopea regency. E l’attenzione si focalizza su La Regina Carlotta, personaggio di spicco nella serie macina consensi, che ora diventa la protagonista di uno show tutto suo che, fin dalle prime battute, saprà coinvolgere il pubblico e far storcere il naso ai puristi del regency.
Sei gli episodi da un’ora ciascuno per raccontare la giovinezza della Regina Carlotta e del suo amore, intenso e sconsiderato, per Re Giorgio III. Una serie che miscela romanticismo e "falso" storico, per un racconto molto accattivante e che – di conseguenza – riflette sui problemi della società di oggi. Non un sequel ma un prequel e, in un gioco tra passato e presente, il pubblico conosce più da vicino la vita di una sovrana che ha cambiato e rivoluzionato – per davvero – tutta l’aristocrazia inglese.
Di cosa parla la serie tv?
Al centro della storia, per l’appunto, ci sono le vicende intime e personali de La regina Carlotta. Non solo si apre una parentesi sul suo regno e sul lifestyle inglese, ma più che altro, la serie mette in scena la storia d'amore tra la giovane regina e il Re Giorgio, un matrimonio di amore (cosa strana per l’epoca) che ha cambiato il corso della storia sociale dell'Inghilterra. Questa miniserie che è composta da soli sei episodi, funge da prequel alla serie Bridgerton, in un gioco di flashback tra passato e presente. Oltre al puro romance e agli intrecci amorosi, lo show narra l’ascesa al potere della Regina e tutto ciò che ne consegue. Vedremo come il matrimonio tra la regina e il re abbia portato alla nascita della nobiltà borghese inglese e come abbia influenzato la vita dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere in Bridgerton. Si può affermare, infatti, che tutta l’opulenza e la ricchezza ostentata dalla nobiltà del periodo (e tutte le regole imposte per il rispetto del galateo) sia stata voluta fortemente dalla stessa sovrana.
Tra storia e mito: chi era la vera Regina Carlotta
Una figura così anticonformista, quella della Regina Carlotta, che non è poi tanto distante dalla realtà. Nel 1761 sposò il re Giorgio III del Regno Unito, divenendo così regina consorte di Gran Bretagna e Irlanda, elettrice e poi regina di Hannover. Carlotta è la seconda consorte che è rimasta in carica più a lungo, preceduta solo dal principe Filippo. È stata regina consorte dal giorno del matrimonio, l'8 settembre 1761, fino alla sua morte, il 17 novembre 1818, per un totale di 57 anni e 70 giorni. La regina amava l’arte e conobbe, tra i tanti, Johann Christian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart. Aveva inoltre la passione per la botanica e contribuì alla fondazione dei giardini reali di Kew. Ebbe 15 figli di cui 13 non arrivarono all’età adulta. Mario de Valdes y Cocom, storico, ha sostenuto che la Regina Carlotta non fosse propriamente una donna dai tratti somatici europei. Grazie a descrizione fornita dal suo medico, il barone Stockmar, lo storico ha riportato che la donna aveva “una vera faccia da mulatta”. Inoltre, pare fosse discendente del re del Portogallo Alfonso III e dell’amante africana Mourana Gib, circostanza che ha portato gli studiosi a ipotizzare che Carlotta potesse avere una pelle più scura.
Al timone la "mamma" di Grey’s Anatomy (e non solo)
Una serie tv che è un successo annunciato. Grazie all’influsso di Bridgerton, che è diventata insieme a Stranger Things una delle produzioni più viste e apprezzate di Netflix, La Regina Carlotta parte sotto le più rosee aspettative. Ma non è tutto. Lo show porta la firma della mitica Shonda Rhimes, una delle sceneggiatrici più in voga negli Stati Uniti e che è celebre per aver portato al successo la serie di Grey’s Anatomy che è arrivata alla sua stagione numero 19. La Rhimes ha creato anche Scandal e Inventing Anna poi è restata nei ranghi come produttrice. In questo spin-off torna come showrunner e ha collaborato con Julia Quinn. L’autrice dei 9 romanzi che compongono la serie di Bridgerton, lavora spalla a spalla della Rhimes per cercare di realizzare uno show più aderente possibile allo spirito dei suoi romanzi così da non deludere il pubblico. Annunciato due anni fa, la serie arriva (per l’appunto) dal 4 maggio. Ed è già diventata anche un romanzo che, presto, arriverà anche in Italia.
Non chiamatela serie "regency"
Le vicende si svolgono nei primi anni del regno della Regina Carlotta che, di fatto, prende le fila dal maggio del 1744, dove in Inghilterra e come nel resto d’Europa si respira un’aria di grande fermento sociale e culturale. Quindi, di fatto, non è una serie regency anche se ne rispecchia tutti i canoni. A voler essere pignoli, storicamente, l’età della reggenza occupa solo un ventennio dell’aristocrazia inglese, e cioè dal 1800 fino al 1820. Lo spin-off gioca su entrambi i fronti, dato che mostra la regina sia da giovane che da anziana, ma di fatto non è un regency puro. Ovviamente, anche in questo caso, la Rhimes propone uno sguardo molto attuale sulla storia, con un’immagine moderna della nobiltà.
Cresce l’attesa per la stagione 3 di Bridgerton
Entro il 2023 è atteso, sempre su Netflix, il terzo capitolo di Bridgerton.
Dopo il successo de Il visconte che amava, la serie racconterà la storia di Colin e Penelope ispirata al quarto romanzo di Julia Quinn. Avrebbe dovuto essere Gregory il protagonista ma, all’ultimo, si è deciso di cambiare l’ordine di pubblicazione e stravolgere la narrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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