da New York
Le star di Hollywood sono già portavoci delle buone cause. Da Angelina e Brad a Madonna, Oprah Winfrey e altri, non c'è attore o attrice che non facciano da ambasciatori per salvare Darfur, gli orfani africani dell'Aids, per ricostruire New Orleans o aiutare le vittime del Tsunami. Altri difendono l'ambiente, gli animali da laboratorio e quelli in via d'estinzione. Aiutare fa chic, ma far soldi, alla fine, va ancor più di moda. Ma dove far soldi in maniera chic? Nel made in Italy. Comprarsi le borsette di Prada, il cachemire di Armani e una villa sul lago di Como non basta; adesso bisogna acquistare una tenuta del vino, oppure un'azienda casearia che produca mozzarella di bufala o un oliveto che faccia il miglior olio italiano. Così le star entrano in società nelle più antiche e gloriose aziende produttrici. Per farlo sono disposte a mettere sul piatto della bilancia offerte milionarie, a cui sicuramente sarebbe difficile dire di «no».
Gli italo-americani
I primi a decidersi a diventare proprietari terrieri sono stati ovviamente gli attori italo americani, i cui nonni erano arrivati negli Usa con la classica valigia di cartone. Da Robert De Niro a Leonardo Di Caprio e Coppola, sono gli italians a voler acquistare vigneti e fattorie da quando, a Hollywood, è scoppiata la caccia ai giacimenti eno-gastronomici italiani. Di Caprio avrebbe iniziato a far fare delle indagini sulle possibilità presenti nella zona di Battipaglia, per potersi accaparrare la produzione della mozzarella di bufala, diventata un vero must negli States. Era molto interessato a uno degli storici prosciuttifici della zona di Langhirano (Parma) o di Culatello di Zibello, ma sembra che per rispetto alla famiglia della sua fidanzata, la top model Bar Rafaeli, che vive in Israele ed è di religione ebraica, abbia deciso di spostare i suoi interessi dal salume al formaggio.
A lanciare la moda delle tenute d'autore era stato anni fa Francis Ford Coppola, il regista-produttore italo-americano, che ha fatto fortuna acquistando già nel 1975 una splendida tenuta di vini nella Napa Valley (California), divenuta una meta di pellegrinaggio per gli amanti del cibo e del bere d'oltreoceano. Grazie a lui la Napa Valley ha avuto un rilancio che l'ha poi convinto anche a investire in uno splendido hotel per miliardari nella giungla del Belize. Il regista di Apocalypse Now vende tanto vino che, in un'intervista al New York Times, ha persino affermato: «Il vino mi ha cambiato la vita. Era un hobby, ma oggi è un business che mi aiuta a mantenere la mia famiglia. Il vino e il cibo mi hanno permesso di produrre i miei film da solo». Adesso Coppola vorrebbe espandere i suoi possedimenti enogastronomici anche in Italia e tra le sue mire ci sarebbero le splendide cantine uniche al mondo del Marsala Florio.
Il richiamo delle radici ha coinvolto anche un altro divo che starebbe pensando di acquistare terreni e tenute agricole in Italia: è Robert De Niro, che da anni ha intrapreso la carriera parallela di ristoratore. Secondo le indiscrezioni riportate da Hollywood Star, infatti oltre ad essere socio e comproprietario di ristoranti sia a New York (il Nobu e il Tribeca Grill) che a Los Angeles, dove possiede l'Ago Restaurant in società con Cristopher Walken, Ridley Scott e Harvey Weinstein, sarebbe fortemente interessato ad alcune tenute del Montalcino, tra queste la gloriosa e antica Fattoria Dei Barbi.
Tra Chianti ed Emilia
E a quanto sembra avrebbe convinto anche Ridley Scott ad acquistare delle tenute in Italia. Il regista di Alien però seguirebbe l'esempio di Coppola, sarebbe infatti interessato alla zona dell'Etna, dove si produce un vino autoctono molto in ascesa: il Lavico prodotto nella splendida tenuta Vajasindi, una delle tenute italiane più prestigiose ed emergenti, di proprietà della Duca di Salaparuta.
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