Si facevano espiantare ovociti a pagamento: stop traffico in Romania

Maxioperazione internazionale per bloccare un traffico di ovuli tra Israele e i molti Paesi europei: nella clinica "Sabyc" di Bucarest gli ovuli venivano espiantati da romene e israeliane. Trenta arresti

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Bucarest - Una maxioperazione internazionale per bloccare un traffico di ovuli tra Israele e i molti Paesi europei è stata conclusa stanotte dalla procura romena. Nel corso dell’operazione sono state arrestate più di 60 persone tra cui molte donne israeliane che si trovavano nella clinica "Sabyc" di Bucarest, specializzata in chirurgia estetica e fecondazione artificiale, e due medici della struttura.

Il traffico di ovuli La procura sospetta che la clinica funzionasse come base per il traffico illegali di ovuli per la fecondazione in vitro, che veniva richiesta anche da molte coppie straniere che arrivavano in Romania per sottoporsi al trattamento, pagando tra i 10mila e i 15mila euro, scrive Agerpres. Secondo le indagini gli ovuli venivano espiantati da giovani donne romene e israeliane, tra i 18 e i 30 anni. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate cartelle cliniche, computer, documenti e denaro per circa 130mila euro. La procura ha disposto il fermo in carcere per tre delle 60 persone arrestate, per le altre c’è stato il rilascio dopo il pagamento di una cauzione, ma con il divieto di lasciare la Romania per 30 giorni.

La struttura medica Tra le persone che la Procura ha deciso di trattenere in carcere ci sono due medici della clinica, Gov Klein e Yair Miron e la responsabile dei contatti con i clienti Cecilia Borzea. Secondo le prime notizie riportate dai media romeni negli ultimi anni sono state eseguite 1.200 fecondazioni in vitro nella clinica di Bucarest. Le coppie straniere che volevano avere la possibilità di accedere alla fecondazione in vitro erano accompagnate da un medico israeliano con cittadinanza polacca, scrive Mediafax. Nel corso del sequestro di stanotte è stato scoperto un vero e proprio archivio di ovociti e sperma che non era stato dichiarato alle autorità e un registro dove i donatori anonimi non venivano registrati per nazionalità. La maggior parte delle coppie, secondo i media romeni, proveniva da Israele e Germania.

La triangolazione con Israele Le donne israeliane che si trovavano nella clinica "Sabyc" erano registrate ufficialmente per cure mediche. Negli ultimi anni il traffico di ovuli provenienti da Israele è stato osservato e studiato dalle autorità.

La modalità di vendita prevede che le donne si rechino in strutture mediche specializzate all’estero, in Romania, Ucraina, Cipro, Spagna in particolare, per vendere i propri ovociti, una procedura che la legge israeliana vieta sia gratuitamente che dietro compenso. Stando a quanto riportato dal quotidiano Evenimentul Zilei nella sua edizione online, le donne coinvolte vendevano per 800-1.200 lei (circa 190-280 euro) i propri ovuli.

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