Garofani rossi e una foto scattata nel suo ufficio da sindaco nel 1987 mentre sorride. «Gioioso, simpaticissimo». É la dote che gli riconoscono (insieme a tante altre) politici, ex assessori o avversari, familiari o chi ha lavorato semplicemente come commesso a Palazzo Marino e ha voluto rendere omaggio al sindaco socialista Paolo Pillitteri nella camera ardente allestita nella Sala Urbanistica al pianterreno. Oggi alle 11 nella chiesa di Santa Maria del Suffragio si celebra il funerale del sindaco dal 1986 al 1992, scomparso giovedì scorso nel giorno del suo 84esimo compleanno. É lutto cittadino e le bandiere nelle sedi comunali sono a mezz'asta. «Mi ha fatto molto piacere che la città abbia espresso lutto cittadino, 30 anni fa non sarebbe stato possibile - sottolinea il nipote ed ex sottosegretario Bobo Craxi, figlio di Bettino, riferendosi all'inchiesta Mani Pulite che coinvolse anche Pillitteri -. Significa che paolo, attraverso la sua testimonianza e il lavoro ha saputo recuperare la stima e l'onore che probabilmente era venuta meno da parte dei cittadini in quella fase politica drammatica. É stato un grande sindaco, il segno delle giunte socialiste, che oggi è venuto un po' meno, è che sapevano accompagnare lo sviluppo allo sguardo compassionevole verso i ceti più deboli».
Il sindaco Beppe Sala apre la camera ardente alle 9 alla presenza dei figli Stefano e Maria Luisa Pillitteri e della seconda moglie Cinzia Gelati. Rendono subito omaggio l'ex sindaco Gabriele Albertini e il suo ex assessore Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati. Sul feretro e nei quattro vasi che lo circondano, garofani rossi simbolo dei socialisti. «Amabile, colto, sensibile, era un amico e una persona che ha dato molto a Milano e l'ha rigenerata anche dal punto di vista culturale» ricorda Albertini. A distanza sfilano altri due successori. Piero Borghini, che prese il suo posto nel 1992, «è stato il più grande onore per me. Io sono uscito dal mio partito per votarlo e sostenerlo, era magnifico e una persona di straordinaria simpatia». Per Letizia Moratti, sindaco dal 2006 al 2011, «ha dato a Milano «un'immagine moderna e dinamica, in linea con il suo approccio riformista e innovatore».
Sfilano ex compagni socialisti come Roberto Biscardini, assessori o colleghi di giunta (dal 1970 fu anche assessore) come Massimo Ferlini (ex Compagnia delle Opere), che ricorda come «aveva sempre a cuore il bene dei milanesi», anche quando doveva fare scelte impopolari «come le targhe alterne anti smog», Carlo Fontana che grazie a lui diventò sovrintendente della Scala nel 1990. Arrivano i Pd Lia Quartapelle, Carmela Rozza, Emanuele Fiano, Pierfrancesco Maran, il giornalista Paolo Hutter, don Mazzi, Mariastella Gelmini, Giulio Gallera, Davide Corritore, il repubblicano Franco De Angelis che fu suo assessore ai Trasporti, assessori in carica (Scavuzzo, Sacchi, Conte, Censi), Cristiana Muscardini. Basilio Rizzo, storico esponente della sinistra Palazzo Marino per quasi 40 anni premette che «avevamo orientamenti diversi, in particolare sullo spostamento della Fiera» ma «è uno dei sindaci che viveva la città. Il calore dei sindaci nei confronti dei cittadini in quegli anni ha molto da insegnare rispetto a come sono oggi le cose». Tra i primi a salutarlo commessi storici di Palazzo Marino come Mario Cecala, «eravamo l'ultimo bullone del carrozzone ma lui era un uomo goioso e la mattina aveva sempre una parola buona quando arrivava con il motorino anni '60». Anche per Raimondo «detto Mondo», tramviere in pensione, «era una grande persona» anche ricorda la storica lite contro una sigla di tramvieri Atm.
Per Stefania Craxi, figlia di Bettino e sua nipote «ha pagato tutta la vita la nomea del cognato. A Milano mi aspetto un luogo pubblico dedicato a lui e a papà». Ringrazia Sala per il lutto cittadino «anche se non è neanche la pallida ombra dei sindaci della tradizione riformista». Sala invece sottolinea che «la dimostrazione dell'affetto di questi giorni nei confronti di Paolo è importante. È come se, anche nel momento in cui non c'è più, continuasse a portare un contributo alla comunità a cui ha dato tanti insegnamenti».
É il figlio Stefano, ex assessore della giunta Moratti, a fare sintesi alla chiusura della camera ardente alle 16. «Per essere un sindaco che sa incidere è indispensabile amare questa città, e mio padre l'ha amata profondamente. Quegli anni sono stati definiti della Milano da bere con accezione abbastanza demonizzante ma a distanza di tempo vediamo che non era la città dei rampanti e del cinismo ma estremamente ricca di iniziative. Papà finì anche sulla copertina di Time».
Su Tangentopoli «sarebbe bello calasse l'oblio».Sabato la salma sarà trasportata nel paese d'origine a Postalesio, in Valtellina, dove sono sepolti Rosilde Craxi e i genitori di entrambi, la sua ultima volontà è stata quella di non farsi cremare.
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