Sì ai cuscini sui muretti di Portobello. Anzi no, che la giunta di Sestri Levante, beh, s'è sbagliata a concedere all'omonimo bar-ristorante in Baia di piazzare morbidi cuscini su quei sedili di pietra, belli posati tra la via lastricata e la sabbia, in uno dei siti più romantici e intimi del mondo. Tant'è che sindaco e giunta infilano la retro in un consiglio che vota all'unanimità gli ordini del giorno di maggioranza e opposizione per garantire la libera fruizione della Baia del Silenzio. Tutta colpa di quei mugugnoni della «maina», facce bruciate, lì da generazioni a cucire reti, spiare il sole che gira e raccontare storie, resistendo ai foresti sballati per il «mare piccolo». Togligli tutto, ma non i muretti. Grugniscono in quel dialetto familiare che mica si ci sentono più a casa lì, con quei cuscini fricchettoni a scaldare il deretano, sedie e tavoli a ingombrare e luci a sfidare atmosfere. Troppo sofisticati, non va bene no. Sergio Stagnaro li chiappa uno per uno, «che l'inse?», tutti d'accordo. Creano il Comitato spontaneo Amici di Portobello, firmano in 227 e consegnano al sindaco Andrea Lavarello una petizione popolare: «No all'occupazione di Portobello da parte dei privati». La protocollano a giugno, ma il sindaco risponde in consiglio solo l'altro ieri sera, «che intanto la concessione demaniale per i cuscini scade al 31 dicembre». Tutti presenti i sestrini doc, c'è anche Nicolò Mori, il creativo gestore del ristorante che il glamour lo bazzica da tempo. Lavarello pattina tra un plauso all'imprenditore e l'urgenza degli autoctoni di tenersi intatto il sito. Ma a stringerlo all'angolo sono i punti della petizione: «Non autorizzare cuscini sull'antistante muretto del locale; non occupare la strada con tavolini e sedie e non sistemare candele, lampade e altra illuminazione sulla spiaggia e in prossimità degli accessi». Margine risicato per Lavarello che accusa il colpo e valuterà il rinnovo della concessione, «ma viste le reazioni, non credo che l'iniziativa abbia riscosso successo». Insiste che l'occupazione della strada deve ricalcare quella dell'esercizio precedente e sui punti luci si potrebbe collaborare col gestore per un miglioramento del servizio. Quelli della «maina» ammiccano soddisfatti, «due a zero» bisbigliano con strizzata d'occhi. Gianteo Bordero, capogruppo Pdl in consiglio, legge l'ordine del giorno della minoranza tutta e impegna sindaco e giunta a garantire la libera fruibilità del sito. A sorpresa dalla maggioranza Davide Bernardello lo ammette di avere «notato le delimitazioni all'arenile e alla spiaggia a contrastare con la corretta fruizione di Portobello» e concorda sul «no all'uso privatistico delle risorse». Mea culpa sull'autogol, che Giancarlo Stagnaro, Pdl, sottolinea gridando all'occupazione e al vizio di fare i compagni: «Non dovreste essere proprio voi a difendere la cosa pubblica e i cittadini?». Gragnuola di colpi, unanimità sulla petizione e appello alla costituzione di una commissione che finalmente regoli la Baia. Con una giunta che prima concede demanio e suolo pubblico e poi frena alla grande. Chiamala se vuoi «leggerezza» chiosa il consigliere Gueglio, mentre Mori rintuzza: «Io da vero promotore turistico ho incrementato i fruitori della Baia e trovo aberrante che si parli di occupazione quando al di là del muretto ci sono barche che non vengono varate mai».
Dura vedersela con i signori della «maina», che Portobello va bene così, vera di sabbia e pietre sbeccate, con la luna a incendiare la Baia. Senza cuscini creativi però, che maniman tra nonni e nipoti ci prendono gusto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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