Sinistra: nessun eletto, Bertinotti lascia

La sinistra radicale rischia di non avere nessun rappresentante né alla Camera né al Senato. Il segretario: "La mia avventura finisce qui". L'autocritica di Russo Spena: "Dato preoccupante". E Boselli si dimette: non guiderò i socialisti

Sinistra: nessun eletto, Bertinotti lascia

Roma - Non sono confortanti le prime indicazioni reali sui voti ottenuti dalla Sinistra Arcobaleno. In base alle prime indicazioni sembra credibile l’ipotesi che nella prossima legislatura a Palazzo Madama e a Montecitorio non ci sia alcun parlamentare della sinistra. Con amarezza il candidato premier della Sinistra Arcobaleno annuncia: "Lascio la direzione del partito, farò il militante".

Il tracollo della sinistra radicale Dati particolarmente negativi giungono dalle regioni "rosse", quelle dove era atteso il raggiungimento della soglia di sbarramento del 4% per la Camera e dell’8% per il Senato. Per esempio, in una città come Pistoia la Sinistra Arcobaleno raccoglie soltanto un terzo dei voti rispetto a quelli che nelle elezioni passate ebbe la sola Rifondazione Comunista. Discorso analogo anche per altre realtà da cui ci si attendeva un buon risultato, come la Liguria. Naturalmente ogni valutazione definitiva è ancora prematura, visto il ristretto numero di sezioni in cui è stato completato lo scrutinio, ma la tendenza mette in ansia i leader della Sinistra Arcobaleno riuniti nella sede del comitato elettorale di Via Liguria. Si fanno gli scongiuri, ma a rendere il clima più difficile è il dato di una previsione trasmessa dalle reti Mediaset che con un risultato del 3,3% alla Camera precluderebbe all’Arcobaleno addirittura la possibilità di avere anche dei deputati.

Bertinotti lascia la dirigenza "La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta". L'annuncio di Bertinotti, arriva nel corso una conferenza stampa all’Hard Rock Cafè: "La mia esperienza proseguirà da militante, ma la mia stagione da dirigente politico termina qui". Una "sconfitta netta", dalle proporzioni "impreviste", che rende necessaria una "riflessione approfondita" ma che comunque non deve mettere in dubbio la necessità di proseguire con il progetto politico della Sinistra Arcobaleno, anzi: "il risultato negativo rende più urgente l’avvio di una fase costituente già da domani". Bertinotti riconosce la sconfitta pesante subìta dalla Sinistra Arcobaleno, ma insiste con la necessità di "andare avanti comunque" anche se qualcuno dei quattro soggetti fondatori dovesse decidere di fare un passo indietro. "Ciò che va salvato è l’idea del viaggio: può cambiare tutto, la nave, il timone, le vele e i remi, serve senz’altro un fortissimo processo di rinnovamento, ma deve continuare la costruzione della sinistra. Domani deve aprirsi la fase costituente: è l’unica prospettiva e speranza per il futuro". Secondo Bertinotti, anche il Pd sarà chiamato ad una riflessione, perché le scelte di Walter Veltroni "hanno contribuito allo svuotamento della sinistra senza riuscire a vincere, ma andando incontro ad una sconfitta visto che Pdl e Lega si apprestano a Governare il Paese". Fausto Bertinotti chiama direttamente in causa la strategia dei Democratici per il suo primo commento dei risultati elettorali.

L'autocritica della dirigenza "Sarebbe meglio aspettare, ma se i dati sono questi non è andata bene", commenta Giovanni Russo Spena leggendo la "torsione bipartitica violenta da parte di Veltroni e Berlusconi" meno preoccupante rispetto al "peso determinante di Bossi". E aggiunge: "Un dato preoccupante perché una forza razzista avrà in scacco il futuro governo". Secondo il verde Angelo Bonelli, si apre "una riflessione": "Non si può far finta di niente, bisogna avviare una discussione tra di noi e con gli amici della Sinistra arcobaleno". L'esponente del Sole che Ride non nasconde che il risultato elettorale possa avere conseguenze negative sulla coalizione arcobaleno. "E' mancata la capacità di saper comunicare una proposta politica che c’era ed era moderna, non ancorata al passato".

L'esultanza di Cannavò "Siamo noi la vera sorpresa". Salvatore Cannavò, deputato uscente di Sinistra critica, non riesce a trattenere l’entusiasmo per il dato delle proiezioni del Senato, che danno a Sc l’1,2 per cento, un risultato più che confortante in vista del vero obiettivo: le elezioni europee del prossimo anno. Cannavò è caustico sul risultato della Sinistra arcobaleno: "Dove ieri non era riuscito a distruggere Occhetto, ci riesce oggi Bertinotti". Poi aggiunge: "Speriamo di reggere fino in fondo con questo risultato, perchè dobbiamo rispondere alla domanda di ricostruire la sinistra che ci viene dal paese. Noi ci crediamo e lo faremo fino in fondo e i risultati ci dicono che sembriamo credibili anche per il popolo della sinistra".

La disfatta nell'ex Stalingrado d'Italia La base la definisce una "disfatta" e i risultati sono lì a dimostrarlo. Sesto San Giovanni, città operaia dell’hinterland milanese, a lungo famosa come la Stalingrado d’Italia, non si discosta molto dai risultati nazionali per quanto riguarda la Sinistra Arcobaleno che crolla in queste elezioni e raccoglie anche qui, roccaforte della sinistra quanto l’Emilia Romagna, magri consensi rispetto alle politiche di solo due anni fa. Le quattro forze della sinistra radicale (Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica), uniti nella Sinistra Arcobaleno hanno ottenuto in città il 5,17% dei consensi al Senato. Il confronto con i dati del 2006 è impietoso: il solo Prc aveva raccolto il doppio dei voti (10,2%), a cui va aggiunto il 5,6% di Pdci e Verdi, unite nella lista Insieme per l’Unione, mentre Sinistra democratica era ancora di là da venire e rappresentava una corrente all’interno dei Ds.

Nella sede cittadina del partito, in via don Minzoni, a due passi dal Comune, gli umori sono neri fin dal pomeriggio per quei pochi sostenitori e iscritti che alternano una sigaretta fuori dalla porta alla visione delle proiezioni in tv.

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