Milano - "Della vicenda Serravalle so parecchie cose perché in quegli anni ho vissuto insieme a Penati in condizioni non amichevoli, ma con due dirigenti ero in condizioni amichevoli, ho parlato. Poi ho portato ai magistrati un documento. Abbiamo fatto dei ragionamenti ma io non ho delle prove, le uniche cose le ho portate ai magistrati. C'è indagine". In una intervista a In mezzora, Piero Di Caterina torna ad accusare Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano e braccio destro di Pierluigi Bersani: "Quanti soldi ho dato a Penati? Non sono importanti 500mila euro piu o meno, siamo sui 3 milioni 3 milioni e mezzo di euro nel corso dei 10 anni che abbiamo vissuto assieme".
"Le mie non sono mazzette ma finanziamenti", ha spiegato Di Caterina sottolineando di aver "ricevuto cifre molto molto basse per giustificare questi donazioni". "Nel 1997 ho vinto una gara a Cinisello Balsamo - ha continuato - però l'aiuto che ho avuto, è stato quello di una gara regolare ed io la vinco". Ad ogni modo, Di Caterina ha puntualizzato che il suo rapporto con Penati è stato "prima di conoscenza marginale in gioventù", poi neglia anni Ottanta l'esponente pd chiese all'imprenditore di diventare suo cliente. "Con la candidatura di Penati a sindanco nel 1993 ci avvicinammo ed io iniziai a sostenerlo", ha detto ancora Di Caterina. "In quegli anni mi sono impeganto a sostenere finanziariamente Penati. Io non corrompo Penati per fatti illeciti, quelli leciti arrivano perché chi sta vicino a politico è ovvio che ottienne favori". Insomma, quello che Di Caterina denuncia non si tratta soltanto di tangenti al Partito democratico, ma "un sistema trasversale". "Nelle discussioni fatte con Vimercati (Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto di Filippo Penati, ndr) che era arrabbiato con Penati - ha spiegato l'imprenditore - mi ha detto che Penati aveva conti bancari a Montecarlo, in Dubai e in Sudafrica".
Di Caterina ha spiegato che vi sono due differenti modalità di corruzione in Italia. "La frode, cioè io e sindaco ci accordiamo per un appalto - ha detto- poi c'è la corruzione che serve per ottenere legalità e quindi parità di accesso per competere in una gara, che a volte manca perché le società hanno posizioni di abuso dominante". "Perche ho deciso di parlare? - si è chiesto Di Caterina durante la trasmissione di Lucia Annunziata - non è semplice per un imprenditore arrivare alla possibilità di denunciare fatti di questo genere". Tanto che Di Caterina rivela di aver iniziato a pagarne il conto: "Adesso la gente fa finta di non vedermi, il telefono non squilla più".
Quando è arrivato davanti a pm, Di Caterina avrebbe potuto dire: "Io ho pagato". E sarebbe stato rinviato a giudizio per frode. Invece ha deciso di parlare, di aprire i libri. "I pm hanno capito - ha spiegato Di Caterina - quando sono stato perquisito a casa, ho consegnato una lettera agli agenti e loro mi han detto praticamente: 'Lei ci stava aspettando'". Poi, però, ha spiegato: "Nell'era Penati io non ho mai corrotto. Non c'è mai stata concussione. Nell'era Oldrini a Busto, con Alessandrini a Segrate e a Milano con Atm io ho solo prestato soldi. Nella questione Penati io ottengo parte dei miei quattrini da un altro imprenditore che invece paga una tangente".
"C'è un sistema Sesto, ma c'è anche a Segrate o a Milano", ha continuato Di Caterina spiegando che "a Milano l'Atm fa cose allucinanti. Quella contro di loro è una grande battaglia che denunciavo dagli anni 2000". "Atm compì una frode appropriandosi di quattrini. Io denunciai alla pubblica autorità ma nessuno fece niente per farle emergere devo diventare indagato per delle fatture che la finanza considera non corrette e da quel momento posso andare davanti a pm e parlare". "Io gli presto i soldi e mi ritornano da un imprenditore sestese per 1 milione 200mila euro - ha, quindi, aggiunto l'imprenditore - poi una difficoltà e Penati mi presenta l'altro imprenditore che avrebbe dovuto compare un mio immobile". "Nell'era Oldrini per poter lavorare bisogna entrare in sistema complesso ed entrare in fatti non legittimi - ha continuato - ad esempio in edilizia vengono richiesti oneri che poi, per quanto mi è stato detto, venivano dati ad un assessore".
Immediata la risposta dell'Atm che ha annunciato che i propri legali "sono già al lavoro per presentare ancora una volta querela affinchè Di Caterina risponda delle sue farneticanti dichiarazioni nelle opportune sedi legali".
L'Azienda milanese per la mobilità ricorda che "dei 17 ricorsi che hanno visto coinvolto il signor di Caterina nei confronti di Atm 12 sono stati rigettati, 4 sono ancora pendenti e uno solo è stato transato. Atm, mentre ottiene in sede legale il riconoscimento della infondatezza delle pretese avanzate dal Di Caterina, procede, nelle stesse sedi, con le azioni opportune a tutela della propria immagine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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