La smemorata dell’Onu e l’allarme mai dato

In una intervista Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati, aveva detto: "È fisiologico che la gente scappi dai conflitti. Dall’inizio della guerra sono un milione e trecentomila gli immigrati fuggiti dalla Libia"

Laura Boldrini con il prete comboniano don Gaspare Di Vincenzo sul molo di Porto Empedocle nel 2004
Laura Boldrini con il prete comboniano don Gaspare Di Vincenzo sul molo di Porto Empedocle nel 2004

Se c’è un premio per gli eredi dello smemorato di Collegno allora è tutto per Laura Boldrini. L’ha stravinto con l’intervista in cui scarica sul governo le responsabilità per la distruzione del centro d’accoglienza di Lampedusa. A dar retta alla portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati scempio e distruzione sono dovuti solo all’insipienza dell’esecutivo. «Sì, si poteva prevedere e infatti noi l'avevamo prevista, avevamo messo in guardia le Autorità. Avevamo notato – spiega - un aumento della tensione... il centro poteva contenere 850 immigrati e invece ce n’erano 1.200». A questo punto tutto è chiaro. Laura non c’è. Non ricorda. Non rammenta quanto lei stessa raccontava. Per aiutarla basterebbe farle rileggere qualche sua perla del passato. Incominciando da quella del 3 marzo scorso.

In quei giorni d’inizio guerra la Libia vomitava duecentomila e passa profughi sul confine tunisino di Ras Jdir. Le carrette dei mari scaricavano centinaia di disperati sulle coste di Lampedusa. Ma l’imperturbabile Laura Boldrini non scorgeva l’ombra d’un problema. «A oggi non c’è un’emergenza umanitaria a Lampedusa perché in un mese e mezzo sono arrivate 6.500 persone... L’isola – spiegava - neanche s’accorge della presenza di questi emigranti... Il Centro è stato riaperto, c’è stato lo sforzo logistico del portarli fuori dell’isola e si è tornati alla normale amministrazione». Quelle di allora, eran insomma, ignobili allarmismi dettati da un governo egoista e razzista, desideroso di respingere a cannonate i poveri migranti e pronto a spacciar per catastrofe l’approdo di qualche disgraziato.

Rassicurante come sempre la Boldrini tranquillizzava tutti. Non esistono - garantiva - fughe dalla Libia. Immaginare che decine di migliaia di immigrati tunisini abituati a incassar la paga da Tripoli venissero a cercar fortuna da noi era solo un’altra ignobile fola. Le affollate bagnarole dirette su Lampedusa non erano – ad ascoltar lei - figlie della guerra, ma il solito piacevole tram tram del Mediterraneo. «Nessun allarmismo, al momento non mi sentirei di dire – spiegava il 3 marzo - che è in corso un’emergenza... è un flusso solo di tunisini in partenza dalla Tunisia verso l’Italia. Dalla Libia non è partito nessuno». Vaglielo a dire oggi. «È fisiologico che la gente scappi dai conflitti.

Dall’inizio della guerra – spiega al Messaggero - sono un milione e trecentomila gli immigrati fuggiti dalla Libia». Ma se sospettate una Laura in malafede, tranquillizzatevi. Non è prevenuta. Non ce l’ha con il governo. È solo sbadata. E opportunamente smemorata.

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