La spontaneità dei bambini è spiazzante e disarmante. Basta immaginare ad esempio come si può reagire trovandosi di fronte una bambina di quarta elementare che ti dice sottovoce con un volto teneramente accigliato: «Ho fatto peccati carnali e commesso atti impuri». Silenzio. Cosa pensare? Tra la trepidazione e l'imbarazzo si fa avanti il coraggio per uno striminzito: «Cioè?». Hai paura di aspettarti l'impossibile visto quanto sono accelerate le nuove generazioni finché arriva lo scacco matto: «Ho trattato male la carne: non ho finito di mangiare la bistecca e mia nonna mi ha detto: questi avanzi sono un peccato, devi confessarlo, con tutti i bambini che muoiono di fame!». E gli atti impuri allora? Dispiaciuta ammette: «Ho fatto linguacce, sgambetti e scherzi ai miei compagni».
La prima reazione è il ghigno: avrà sentito quei paroloni attempati dal tono cupo e si è costruita una sua interpretazione, che però per lei aveva una verità profonda. Il suo ragionamento è molto più serio di tanti nostri da adulti pronti ad additare impurità pseudo-moraleggianti per di più solo nella vita degli altri. Questo cortocircuito può portare oggi una riflessione sia per i tanti che in questi giorni di ferragosto ritengono essenziale la prova costume con gli sforzi annessi, sia anche per i molti (come me) per i quali resta solo la possibilità della prova ciabatte.
La liturgia del 15 agosto celebra l'assunzione di Maria in cielo e il dogma specifica «in anima e corpo». Il dettaglio del corpo è intrigante, perché
secondo me rende questa data per tutti - credenti e laici - la festa della corporeità. Il ferragosto infatti mostra quanta ritualità ci sia nella cura del corpo. Ma come? Non è importante curare l'anima? Questa festa non oppone corpo e anima, ma ne mostra l'essenziale sintonia, come due facce della stessa medaglia. È «impuro» considerare il corpo come pezzo di carne, tanto quanto pensare ad un'anima disincarnata dalla realtà: infatti ambedue le posizioni rovinano autostima e relazionalità. Ci può essere chi pensa al corpo come ad una macchina. E ha ragione! 208 ossa, 600 muscoli, una circolazione di 5 litri di sangue, un sistema nervoso fatto da sinergie microscopiche e regolato dal cervello che è meglio di una rete di computer connessi, i polmoni che trattano 14 metri cubi d'aria al giorno; un apparato di climatizzazione con 2 milioni di ghiandole; 7 metri di tubo che trattano (in una vita) 50 tonnellate di cibo; i reni che filtrano 150 litri al giorno e 2 metri quadrati di pelle che ricoprono come seta vivente; gli occhi che sono fotocamere ad altissima precisione, la faccia che dà più notizie di un monitor, la voce come strumento musicale con infiniti registri e più di 100mila battiti di cuore al giorno come colonna sonora.
È una macchina, ma incredibile e meravigliosa! Se e quando viene solo usata, però, è facile pensare di scartarla e buttarla se si degrada. C'è poi chi pensa al corpo come a qualcosa da esporre in vetrina. E ha ragione! È un'opera d'arte con sfumature di emozioni, capacità, abilità. Se però l'esterno risucchia tutta l'attenzione a scapito dell'interiorità, si rischia di vivere da malati per morire sani, oppure di confidare nel botox per annaspare in un'eterna giovinezza plastificata. Macchina meravigliosa e spettacolo splendido esigono la purezza di un plus: c'è un fuori bello, ma anche un dentro buono. Prima degli atti, c'è una scelta di qualità e di stile. È il nostro corpo unico, per come siamo creati, che genera storie irripetibili. Quella corporeità che noi curiamo pagando caro o faticando tanto, come esige il mantenimento di macchine e di vetrine, chiede di non essere stropicciata dal far avanzare quel di più che non ha prezzo, ma valore.
Sarebbe un peccato, ma davvero! È fortuna pura, da non sporcare, che ci è donata gratis ogni mattina: se si considerasse di più forse sgonfierebbe tante pretese e insoddisfazioni perché ci si renderebbe conto che il corpo è uno scrigno di possibilità di infinito.Ci sta, allora, sia che uno scrigno possa essere anche un po' acciaccato, come succede per ogni tesoro che si rispetti, sia la giustificazione che se c'è un po' di panza si contiene più infinito!
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