NonMiViolare, un vademecum contro il revenge porn

I dati sul fenomeno sono sempre più allarmanti. Telefono Rosa e Motorola scendono in campo con una guida pratica per difendersi

NonMiViolare, un vademecum contro il revenge porn

In vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in programma lunedì 25, Motorola si è posta in prima linea nella lotta contro il revenge porn con l’iniziativa NonMiViolare, un progetto di sensibilizzazione ed education sull’uso responsabile dello smartphone. In collaborazione con Telefono Rosa, il progetto ha raggiunto il suo apice in un evento tenutosi allo Spazio Lenovo di Milano, dove sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta da Nielsen su un fenomeno che, purtroppo, continua a mietere vittime, soprattutto tra i giovani.

Il revenge porn: un fenomeno allarmante

L’indagine, condotta su giovani di età compresa tra i 18 e i 27 anni, mostra un quadro inquietante. Un giovane su quattro conosce una vittima di revenge porn, mentre il 92% degli intervistati sa di cosa si tratta. Tuttavia, la consapevolezza dei rischi e delle conseguenze legali rimane insufficiente: la metà di chi ha condiviso foto intime in passato lo rifarebbe, evidenziando un mix pericoloso di fiducia e superficialità nell’uso della tecnologia.

Le conseguenze psicologiche del revenge porn sono devastanti. Il senso di colpa, la vergogna, la depressione e l’isolamento sono riconosciuti come effetti comuni da due terzi degli intervistati. Ma la gravità del reato non si traduce in un’adeguata propensione a denunciare: meno della metà dei testimoni interverrebbe se conoscesse la vittima, e solo un uomo su quattro agirebbe in caso di estranei. Questo dato dimostra che il revenge porn non è solo una questione di tecnologia, ma anche di cultura.

Lo smartphone e i rischi del deepfake

Secondo il 90% degli intervistati, lo smartphone è il principale strumento attraverso cui si compie il reato di revenge porn. Eppure, l’uso responsabile di questi dispositivi non è ancora diffuso. Oltre l’80% dei giovani è a conoscenza del fenomeno del deepfake, ma meno della metà lo considera un crimine in tutte le sue manifestazioni, sottovalutandone la pericolosità.

L’indagine mette in luce una significativa differenza di genere nella percezione del rischio: le donne mostrano maggiore consapevolezza dei segnali d’allarme, come battute inappropriate o richieste insistenti di contenuti espliciti, mentre gli uomini tendono a sottovalutarli. Solo il 41% degli uomini riconosce una battuta sul revenge porn come un campanello d’allarme, e appena il 43% considera pericolosa la pressione per ottenere immagini intime.

Conseguenze legali e lacune informative

Nonostante la sensibilizzazione sul revenge porn, permangono lacune significative nella comprensione delle sue conseguenze legali. Solo il 57% degli intervistati cita la reclusione e il 53% le sanzioni pecuniarie tra le possibili conseguenze. Inoltre, molti tendono a "depenalizzare" soggetti che non divulgano attivamente il materiale: secondo più dell’80% dei ragazzi, scuole, famiglie e persino chi visualizza il materiale senza condividerlo non avrebbero responsabilità.

Un dato particolarmente preoccupante è che il 29% degli intervistati conosce una vittima di revenge porn o ne è stato vittima. Inoltre, il 17% di chi ha avuto esperienza del reato (sia come vittima che come testimone) ha subito anche il fenomeno della sextortion. Quest’ultimo, che colpisce maggiormente gli uomini (20% contro il 14% delle donne), è una forma di ricatto basata sull’estorsione di immagini intime con la promessa di relazioni sentimentali.

L’indagine di Nielsen per Motorola evidenzia anche l’importanza di rafforzare l’educazione digitale e di promuovere comportamenti responsabili nell’uso della tecnologia. Il 95% dei giovani intervistati chiede maggiore informazione sul revenge porn e il 79% desidera sapere come proteggersi. Tra le istituzioni indicate come centrali nella prevenzione vi sono le scuole, le università e le piattaforme social.

Educazione e prevenzione

Carlo Barlocco, Executive Director & General Manager Italy, ha sottolineato l’impegno di Motorola Italia: “Le aziende hanno il dovere di sostenere responsabilmente le cause sociali del Paese in cui operano. Con uno smartphone, basta un minuto per danneggiare la vita di una persona. Prevenire è fondamentale, e Motorola vuole dare un contributo reale e tangibile”. Anche Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola Italia, ha ribadito la necessità di una tecnologia consapevole: “Un giovane su quattro conosce una vittima di revenge porn e la metà di chi ha condiviso foto intime lo rifarebbe. Noi ci impegnamo a promuovere un uso responsabile degli smartphone”.

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, ha invece posto l’accento sull’importanza della prevenzione: “Educare al rispetto e alla parità è fondamentale. La tecnologia deve essere un’alleata per creare innovazione e non nuove forme di violenza”. Infine Manuela De Giorgi, Primo Dirigente della Polizia di Stato e responsabile del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Lombardia, ha partecipato all’evento, evidenziando il ruolo chiave della denuncia: “Il silenzio è il peggior nemico delle vittime. La Polizia di Stato sostiene con entusiasmo il progetto NonMiViolare, che promuove un uso corretto della tecnologia come strumento di prevenzione e supporto”.

L’iniziativa NonMiViolare si propone non solo di sensibilizzare, ma di fornire strumenti concreti per difendersi dal revenge porn. Sul sito ufficiale www.nonmiviolare.it è disponibile una guida pratica da scaricare che aiuta a proteggersi.

L’appello è chiaro: istituzioni, piattaforme social e società civile devono agire con urgenza per combattere un fenomeno che distrugge vite e alimenta diseguaglianze di genere. Solo con l’educazione e la prevenzione si può costruire un futuro in cui la tecnologia sia una risorsa e non un’arma.

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