Milano - Occhiali che sembrano un binocolo, una ferramenta sui denti e una voce limpida e potente che incanta chi l'ascolta. Questo cocktail si chiama Patty. È la protagonista di una telenovela argentina per bambini, Patito feo (Il brutto anatroccolo), che debutterà il 3 giugno alle 16 su Italia 1 con il titolo Il mondo di Patty. In effetti, quello che ruota attorno a questa bambina con trecce, berretto e lentiggini che si riscatta cantando e ballando è davvero un mondo; nel quale, in due anni, sono stati catapultati milioni di bambini da una parte all'altra dell'Atlantico. Non si tratta solo di Tv, ma anche di spettacoli in teatro, di cd e dvd che in Sud America stanno collezionando decine di dischi di platino. E l'Italia è pronta ad accogliere il fenomeno: per doppiare la serie (già trasmessa da Disney Channel), hanno lavorato le «voci» di Penelope Cruz, Tom Hanks, Charlize Theron e Cate Blanchett. Il primo album finora ha venduto ventimila copie; nelle librerie è uscito l'omonimo romanzo, nelle edicole sta per debuttare una rivista dedicata, mentre il sito internet è preso d’assalto. «Perché la telenovela piace tanto? Perché i telespettatori si sentono coinvolti», spiega Laura Natalia Esquivel, nata a Buenos Aires, quindici anni da compiere lunedì: è lei che presta il volto, ma soprattutto la voce melodiosa a Patty. «E poi fa ridire, persino io che la interpreto, non perdo una puntata», prosegue spigliata Laura, divertita dall'attenzione che il mondo le sta dedicando. «Sogno di fare la cantante, anche se forse è un po' presto per decidere. I miei idoli sono Laura Pausini e Celine Dion, come attrici mi piacciono l'uruguaiana Natalia Oreiro ed è stupenda Anne Hathaway». Invece Patty non è affatto una diva. È stata abbandonata dal padre (ma in corso d'opera lo ritroverà) ed è innamorata di un ragazzo, Matias, che la considera solo un'amica, preso com'è dalle compagne di scuola più carine. Ma lei non si perde d'animo e grazie alla sua voce conquista anche un ruolo importante nel musical organizzato dalla scuola.
Laura, a lei che cosa ha insegnato Patty?
«Ora ho le prove che anche la bellezza interiore può darti la felicità».
Ricorda un po' Ugly Betty, un'altra bruttina di buon cuore nata in Sud America e ormai famosa nella Tv mondiale.
«È una delle mie serie preferite. Ma lei è un'adulta, in comune abbiamo solo l'apparecchio e gli occhiali spessi».
Com'è arrivata nella serie?
«Forse un po' di talento l'ho ereditato da mia madre, è medico come papà ma suona il piano. E mio nonno era scenografo. Comunque ho sempre sognato di diventare cantante, ho iniziato a prendere lezioni a sette anni e poi ho partecipato a un talent per bambini. Una produttrice mi ha segnalata per la telenovela. Avevo dodici anni».
Un po' piccola, no?
«In Argentina gli show con i bambini sono diffusi e la mia esperienza è stata positiva, solo divertimento e nessuna pressione».
Patty le ha cambiato la vita?
«Ha rivoluzionato i miei ritmi, all'improvviso sono stata travolta dagli impegni di lavoro. Ma continuo a frequentare le scuole superiori regolarmente».
Nessuno la invidia, tra i banchi?
«Anzi, i compagni all'inizio erano incuriositi, venivano a salutarmi, e un po’ mi spiavano. Per fortuna con il tempo si sono calmati. Mi piace andare a scuola e passare il tempo con le amiche».
Interpreta una tredicenne dotata ma piuttosto bruttina.
«Magari alla fine della telenovela Patty si trasformerà in un bel cigno, chi lo sa... E poi ho visto che gli ammiratori mi rincorrono anche quando non ho occhiali e trecce, insomma so che nella realtà non sono poi così male».
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