Si terrà oggi alle ore 14.00 a Roma, ne la Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti (viale Monte Oppio 28), il funerale di Severino Cesari. Cesari, morto a Roma dopo una lunga malattia all'età di 65 anni, è stato una figura centrale, e multiforme, del panorama culturale italiano: è stato critico, editore, giornalista. La sua fama era legata soprattutto alla creazione, nel 1996, di una delle collane più innovative della Einaudi, ovvero «Stile libero».
Cesari aveva iniziato la sua carriera nei giornali inventandosi il domenicale del Manifesto, facendone un supplemento molto letto e discusso. Sempre per Il Manifesto ha curato la pubblicazione, insieme a Gianni Riotta e Astrit Dakli, di Talpa Libri, il primo supplemento autonomo dedicato ai libri. Poi nel 1991 aveva pubblicato per i tipi di Theoria un Colloquio con Giulio Einaudi, che aveva da subito attirato l'attenzione degli addetti ai lavori dell'editoria. Cominciò così una sinergia con Paolo Repetti, editore Theoria, che gli affidò la curatela della collana «Ritmi» quasi un incubatore di idee e contaminazioni che avrebbero poi trovato compimento in «Stile Libero». Una costola della Einaudi specializzata nella caccia ai nuovi autori (tra cui Lucarelli, Ammaniti, la Vinci). Quella che all'origine era una collana si è evoluta con sorprendente rapidità, sino a diventare quasi una casa editrice a sé all'interno della casa madre. Con una produzione che conta oltre sessanta novità all'anno, «Stile libero» ha sviluppato una struttura complessa, organizzata in sotto-collane.
Cesari la raccontava così: «Stile libero fin dall'inizio pensa a quella capacità della letteratura di rovesciare il mondo e farlo vedere sotto una luce nuova, che è poi la nascita di un nuovo autore, una voce nuova».
Magari non tutte le scelte o le strade provate si rivelavano azzeccate o proficue. Ma di sicuro una svolta editoriale - anche nella grafica e nell'idea di dar spazio a testi misti con i dvd o alla graphic novel - notevole.
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