Alessandro Haber ha lavorato con i più importanti registi italiani, da Mario Monicelli a Bernardo Bertolucci fino a Marco Bellocchio e Pupi Avati. Ogni giovedì è in televisione con Maledetti Amici Miei, il programma prodotto da Rai2 in collaborazione con Ballandi che va in onda dal 3 ottobre in prima serata.
Il pubblico si è molto divertito quando, nel corso dell’ultima puntata dello show, l’attore e Monica Bellucci hanno riproposto la scena del famoso bacio di Manuale d’amore 2. Al posto di Riccardo Scamarcio, stavolta sulla carrozzina c’era un eccitato Haber, che non si è affatto tirato indietro.
Intervistato da Libero, l’attore è tornato sull’episodio e ha aggiunto altri particolari sulla sua vita privata. “Non c’era niente di vero – ammette Haber –, era solo una battuta. In generale quando baci non provi piacere. È come quando passa una donna e le tocchi il culo: non provi mica piacere. A maggior ragione se quel bacio è solo un gioco, il tuo lavoro fatto con ironia. Anche quando fai una scena di sesso in un film non senti un cazzo. La verità è che noi attori cerchiamo di dare verità a qualcosa che non esiste”.
Alessandro Haber: “Amarsi e ferirsi è la storia di tutti”
L’unica donna che ha veramente colpito l’attore è stata Giuliana De Sio. “Una donna che mi ha segnato – racconta Haber – è stata Giuliana De Sio: siamo stati insieme tre anni, io avevo 29 anni, lei 19, poi si è rotto qualcosa per colpa di entrambi. Non siamo riusciti a rimediare, perché è la storia di tutti amarsi, lasciarsi, ferirsi. Con lei ci siamo risentiti, ma solo da amici”.
Nel monologo di Maledetti Amici Miei, Haber ha raccontato un episodio autobiografico che ha sorpreso i telespettatori: quando da piccolo chiese a sua madre se avesse mai praticato una fellatio a suo papà.
“In tutto quello che racconto – spiega l’attore – c’è qualcosa di romanzato, ma almeno la metà è vera. E quella volta a mia mamma domandai davvero: ‘Ma tu e papà le fate… quelle cosette lì?’. Lei era di origine contadina, ma sapeva come ero fatto, senza peli sulla lingua, e sapeva come gestirmi.
‘Ma cosa dici, Sandrino!’, mi fece. Conosceva il mio carattere e, agli inizi della carriera, quando mi vedeva insofferente perché non lavoravo molto, mi invitava spesso a cambiare mestiere: ‘Non so se sei bravo’, faceva”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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