Ambra Angiolini a Vanity Fair: "Vittima delle paure, salvata dal volontariato e da Massimiliano"

Ambra Angiolini si confessa su "Vanity Fair" che le dedica la copertina. Tra aneddoti e ricordi l'attrice, presto nelle sale con "Brave ragazze", ha svelato di aver vissuto momenti difficili legati alla paura e di essersi salvata aiutando gli altri e amando Allegri

Ambra Angiolini a Vanity Fair: "Vittima delle paure, salvata dal volontariato e da Massimiliano"

Ambra Angiolini ha aperto il diario dei ricordi, anche quelli più dolorosi, raccontandosi sulle pagine di Vanity Fair. L'attrice è la cover story della rivista, in edicola domani, e in una profonda intervista al direttore Simone Marchetti ha svelato retroscena inediti della sua vita. Sogni adolescenziali e ricordi toccati solo marginalmente nelle interviste rilasciate negli anni, ma che oggi escono fuori con forza. A proposito dei suoi sogni, Ambra Angiolini svela: "Da bambina, in quinta elementare, avevo un diario titolato Cenerentola in cui scrivevo che la cosa che volevo fare da grande era la mamma. A 14 anni mi sembrava strano ma a 18, dopo Non è la Rai, non essere madre mi fece scoprire per la prima volta il volto della depressione. Il dottore mi disse di partire per il Brasile. Così iniziare la mia esperienza come volontaria con un medico dell’Ospedale San Camillo di Roma che operava i bambini. Fu bellissimo e travolgente. Ma la vera sensazione di sazietà fu quando rimasi incinta di mia figlia. Era come se fossi stata affamata d’amore per tutta la vita e improvvisamente ero sazia".

L'attrice, che il 10 ottobre uscirà nelle sala cinematografiche italiane con il film "Brave ragazze", di cui è protagonista per la regia di Michela Andreozzi, scava nei ricordi, spesso dolorosi, riportando alla luce le sue paure e la depressione: "Era il 2012. Stavo facendo un lavoro importante e iniziai a sentire che avevo paura di tutto. Di fare le scale, di prendere l’ascensore, l’aereo e il treno, anche il bagno era diventato un luogo inquietante. Le paure stavano dominando la mia vita. L'inizio del baratro. Stavo girando 'La Squadra' e dissi stop. Poi una mattina è crollato tutto. Mia figlia Jolanda si sveglia, deve andare all’asilo e mi chiede: mamma mi aiuti a vestirmi? Io realizzo che è la cosa più difficile da fare. Ho pianto per un’ora". Quella mattina segna per Ambra Angiolini un nuovo inizio, un'inversione di marcia che la porta a farsi aiutare da una psicologa, che la indirizza verso il volontariato. Entrare nel reparto oncologico dell'ospedale di Brescia per l'attrice rappresenta l'occasione per cancellare le paure e affrontarle: "Al primo incontro faccio quello che so fare, una lezione di teatro. Dico: ora camminate come se ci fosse il sole. Ora come se facesse freddissimo. Ora con una gamba sola. Una ragazza mi risponde: non ho più una gamba, non riesco a camminare. Volevo morire, sparire, dileguarmi. Invece avevano capito che ero imperfetta come loro. Come la loro malattia. Come la vita. Lì ho incontrato Silvia e mi colpisce subito perché è come uno specchio: è uguale a me. Maschera il suo oceanico bisogno d’amore sotto un’aria da dura. Prima diventiamo sorelle, poi divento sua zia. Oggi è parte della mia vita. Silvia mi ha salvato da me stessa".

Ma è il nuovo compagno, Massimiliano Allegri, ad avere aiutato con l'amore Ambra Angiolini e lei lo ringrazia: "La cosa che mi salva dai momenti dolorosi è la sensazione di poter giocare con lui anche da adulta.

E la cura che ha nei confronti della mia esistenza, di quella dei miei figli, della mia ex storia. Non c’è un solo passaggio della mia vita che Massimiliano non rispetti. Mi sono innamorata di lui perché come me è un tipo fuori moda".

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