"Annabelle 3", qualità medio-bassa ma incassi garantiti

Il terzo film sulla bambola indemoniata è un horror mai spaventoso né originale, nato per far cassa e, a giudicare dal finale, realizzato in fretta e furia.

"Annabelle 3", qualità medio-bassa ma incassi garantiti

A sei anni da "L'evocazione - The Conjuring", il cosiddetto Conjuring Universe creato da James Wan continua a espandersi con nuovi titoli ed è ora la volta di "Annabelle 3".

Inevitabile che la bambola demoniaca tornasse in sala, considerato l'incasso mondiale complessivo dei primi due film di cui è stata protagonista: oltre 550 milioni di dollari a fronte di un investimento di 21.

Nella timeline di quello che è un universo horror condiviso (nato su modello di quelli Marvel e DC), questo capitolo si colloca tra "L'evocazione" e "Il caso Enfield" e vede Annabelle al centro della scena in compagnia stavolta di altre creature mostruose che potrebbero in futuro avere un proprio spin-off. La narrazione ha luogo interamente nella casa dei Warren, noti esperti di paranormale, e copre l'arco di ventiquattrore, quelle durante le quali i due coniugi partono per una trasferta di lavoro e lasciano la figlia Judy (l'ottima Mckenna Grace) alle cure della giovane Mary Ellen (Madison Iseman), babysitter liceale. Quando un'amica di quest'ultima, Daniela (Katie Sarife), teenager desiderosa di parlare con il padre da poco defunto, si presenta nell'abitazione, le cose prendono una brutta piega. Recatasi nella stanza in cui i padroni di casa tengono la propria collezione di oggetti infestati, decide di liberare la bambola Annabelle dalla teca benedetta in cui è stata rinchiusa. Si scateneranno forze infernali.

Esordio alla regia di Gary Daubermann, già sceneggiatore di "The Nun - La vocazione del male", "Annabelle 3" si svolge in una sorta di luna park del terrore, un luogo pieno di oggetti dal fascino macabro e custodi di storie terribili. Tra le entità sopite e pronte a tornare attive ci sono il traghettatore di anime, la sposa assassina e un lupo mannaro (il mostro meno riuscito). Nonostante una così corposa schiera di comprimari demoniaci, la paura latita: si gioca molto sul creare la tensione che solitamente annuncia l'arrivo di Jumpscare (spavento da salto sulla sedia, per intenderci) per poi vanificarla in una sorta di anti-climax. Una scelta in qualche modo originale in un film che, in generale, va configurandosi come un agglomerato di cliché e in cui l'unica scena intrigante riguarda un televisore vintage in grado di mostrare in anticipo di qualche secondo la realtà. Per il resto il regista si accontenta di disseminare ovunque citazioni facenti riferimento ai capitoli precedenti, galvanizzando nei fan la sensazione di familiarità e appartenenza.

A sorreggere l'interesse per la vicenda sono soprattutto le buone interpretazioni delle tre giovani attrici protagoniste mentre la comparsata di lusso (perché solo di questo si tratta) di Vera Farmiga e Patrick Wilson nei panni dei Warren, personaggi sulle cui avventure paranormali si fonda il filone principale del Conjuring Universe, sembra servire soltanto a dare un minimo di autorevolezza a uno spin-off poco necessario.

La trama predilige le sfumature drammatiche agli spaventi tout court, scelta apprezzabile ma anche azzardata: accorpare il tema dell'elaborazione del lutto a questioni acchiappa-teenager come il bullismo e i primi amori (con sfumatura ironica in quest'ultimo caso), dà l'impressione di toccare tante questioni ma tutte in maniera superficiale. Il finale, poi, frettoloso e condito di dialoghi imbarazzanti, fa pensare che l'intera pellicola sia stata confezionata in tempi stretti e al solo scopo di garantire ai fan della saga un minimo di divertimento: due ore in balia di una tensione che sfocia talvolta in spaventi meccanici in cui mandare di traverso il popcorn. Il terrore autentico, però, è un'altra cosa.

"Annabelle 3" è dedicato alla memoria della vera Lorraine Warren, morta recentemente all'età di 92 anni.

Del resto la sola cosa profondamente inquietante della visione è sapere che questi horror siano ispirati alle vicende di due demonologi noti alle cronache e che la stanza degli orrori qui protagonista esista davvero nella loro casa-museo in Connecticut.

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