Il colosso di Amazon Prime Video è nato proprio con l’intenzione di proporre al pubblico un prodotto nuovo e che sia fuori dai canoni imposti dalla tv gratuita. È con questo presupposto che il portale streaming a pagamento ha fatto la sua fortuna. Il catalogo italiano si è arricchito di pari passo con quello straniero, proponendo film e serie tv originali dal grande appeal, come la riscoperta di grandi cult del passato. Di recente anche l’Italia si è gettata nell’arena, e dopo alcune serie tv di grande interesse ma che non hanno bucato lo schermo, vedi Vita da Carlo, con Bang Bang Baby è arrivato – finalmente – il momento del riscatto. La nuova produzione tutta italiana di Amazon arriva in streaming con i primi 5 episodi dal 28 aprile. I restanti saranno online dal 19 maggio.
Bang Bang Baby è una vera e propria scommessa che, fin dal primo episodio, convince per qualità e ricercatezza. Una serie dal sapore forte e verace. Una saga criminale ambientata nel cuore del Nord Italia, tra sparatorie, agguati e voglia di rivalsa. Una storia pungente letta dallo sguardo di una ragazzina giovane e inesperta che sogna di trovare il suo posto nel mondo. Creata da Andrea di Stefano e diretta da Michele Alhaique, Bang Bang Baby è la serie che non ti aspetti, capace di catturare il pubblico in un vortice di emozioni.
Quei favolosi anni ’80 a Milano, la trama di Bang Bang Baby
Al centro della storia c’è la giovane Alice (Lucia Mascino). Vive da sola con la madre – una femminista convinta – dopo che all’età di 10 anni suo padre è stato ucciso in un agguato di ‘ndrangheta. Sradicata dal suo passato e dalla famiglia di Santo (Adriano Giannini), la ragazza ora vive un’esistenza vuota e spenta, circondata da pochi amici e da sogni che non può e non vuole rincorrere. Fino a quado, pur caso, durante la lezione di educazione tecnica, legge un articolo di giornale in cui vede una foto del padre che è stato arrestato per oltraggio al pudore. Così fugge verso Milano per riscoprire le sue radici e per cercare di capire il motivo per quale Santo si sia finto morto.
Alice si trova così a riaprire un vecchio capitolo della sua vita, dal momento in cui viene presa sotto l’ala protettiva di sua nonna Lia (Donna Romano), decisa più che mai a salire la scala gerarchica del potere e della corruzione in una città, come quella di Milano, in cui contano solo il rumore frusciante dei soldi. Alice ben presto riuscirà ad avere un colloquio con il padre, ma scopre i traffici di Santo e di tutte le magagne messe in atto per far cadere in disgrazia la sua stessa famiglia. E Alice, in tutto questo, è l’ago della bilancia. È lei che deve comprendere da che parte stare, se abbracciare il suo lato oscuro o tornare alla vita di sempre.
Una serie "psichedelica" che non sembra essere italiana
Non siamo affatto abituati a vedere una serie italiana come quella di Bang Bang Baby. Così curata dal punto di vista della narrazione e della regia che non sembra proprio di trovarsi di fronte a un prodotto nato e concepito per il pubblico del Belpaese, abituato a qualcosa di più usuale e meno ricercato. Invece, il punto di forza della nuova scommessa di Amazon è proprio questo: cercare di innovare il comparto televisivo, sperando di poter trovare qualcosa di nuovo rispetto a quello che transita oggi sugli schermi. In un certo senso, Bang Bang Baby vince a pieno titolo la scommessa. Pur mostrando una storia semplice e dai risvolti molto prevedibili, convince per una messa in scena accattivante e psichedelica.
La Milano degli anni ’80, con le sue atmosfere crepuscolari, la musica, i riti di passaggio, la cultura pop e quei vestiti dai colori cangianti sono il collante della storia stessa, il particolare aggiunto che regala alla narrazione un fascino conturbante. Non è la prima serie che tenta di sbarcare di lunario e di innovare il comparto televisivo, e gli esempi di Christian e di Anna sono sulla bocca di tutti, ma, di sicuro, Bang Bang Baby è la prima che unisce tutta la bellezza di un racconto storico (e moderno) a una storia di rivalsa e di vendetta con una tecnica di regia mai vista fino ad ora per una produzione made in Italy.
Bang Bang Baby è la nuova Gomorra?
C’è da dire, però, che è inevitabile il confronto con un’altra serie molto simile che, oggi, nel mondo è riconosciuta come un vero e proprio cult. Che Bang Bang Baby abbia alcune affinità con Gomorra è palese. Come nella saga dei Savastano, radicata nel cuore della città Partenopea, anche Bang Bang Baby parla di criminalità organizzata, di vendetta, di patti scellerati e di famiglia. Ma, rispetto alla produzione di Sky, sposta l’attenzione sulla giovane Alice, che suo malgrado, si trova invischiata in un gioco più grande di lei dove tutto pare essere più semplice. Diventare una criminale, accettare la sua eredità non è la risposta definitiva. La serie pone, infatti, l’attenzione sulle insidie della criminalità organizzata sui più giovani.
Perché vedere la serie di Amazon
Che possa piacere o no il genere, Bang Bang Baby merita di essere vista senza se e senza ma.
È intrigante, è accattivante, è spregiudicata, è violenta e totalmente fuori di testa. Piace proprio per quello sguardo disamorato verso gli anni ’80 e l’età della finta opulenza, e piace per quella narrazione in divenire dove i colpi di scena sono – sempre – dietro l’angolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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