Ben Affleck ha vissuto uno dei periodi più difficili della sua vita. L’attore rompe il silenzio e racconta senza peli sulla lingua i suoi problemi d’alcolismo, l’addio al personaggio di Batman e la fine della relazione con la madre dei suoi figli, Jennifer Garner.
Affleck, intervistato dal New York Times, ammette Ia sua lotta con la bottiglia che è durata diversi anni. "Ho bevuto in modo relativamente normale per un lungo periodo di tempo – rivela –. Quello che è successo è che ho iniziato a bere sempre di più quando il mio matrimonio stava andando a rotoli".
"Cerchi di stare meglio mangiando, bevendo, con il sesso, il gioco d’azzardo o lo shopping o qualsiasi altra cosa – aggiunge – ma tutto questo finisce per peggiorare la tua vita. Poi si va oltre per far sparire quel senso di disagio e lì comincia il vero dolore. Diventa un circolo vizioso che non si può spezzare. Almeno questo è quello che è successo a me".
La depressione, la ricaduta nell’alcolismo, il rehab e l’ammissione del proprio fallimento sono stati i motivi per cui Affleck ha abbandonato il costume di Batman, indossato in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League e ora passato a Robert Pattinson in un film che avrebbe dovuto dirigere e interpretare proprio Ben.
"Ho mostrato a qualcuno la sceneggiatura di The Batman – confessa – e hanno detto: 'Penso che il copione sia buono. Penso anche che tu berrai fino alla morte se passerai nuovamente quello che hai appena vissuto'".
Ben Affleck: "Divorzio il più grande rimpianto della mia vita"
Affleck, raggiunto il traguardo dei 48 anni, ha scelto di tuffarsi sul lavoro per perdonare se stesso e le sue fragilità: è impegnato sul set del film The Last Duel, scritto da lui insieme a Matt Damon e diretto da Ridley Scott. Ma il matrimonio con Jennifer Garner, che si è concluso nel 2018 dopo una lunga e dolorosa separazione avviata nel 2015, è una ferita ancora aperta. La coppia, sposata dal 2005, ha tre figli: Violet di 14 anni, Seraphina di 11 e Samuel di 7.
L’attore definisce il divorzio "il più grande rimpianto della mia vita". "La vergogna – spiega – è davvero tossica e in essa non c’è nessun sottoprodotto positivo. Si tratta soltanto di stufarsi di una velenosa, orribile sensazione di scarsa autostima e disgusto per se stessi".
"Per me – specifica – non è particolarmente salutare farmi ossessionare dai fallimenti e continuare a biasimarmi. Ho certamente commesso degli errori. Senza dubbio ho fatto cose di cui mi pento.
Ma bisogna imparare da noi stessi, trarne insegnamento, apprendere un po’ di più e cercare di andare avanti". Ben è come il gigantesco tatuaggio che si è fatto sulla schiena e che è stato spesso oggetto di chiacchiere e pettegolezzi: una fenice che risorge dalle ceneri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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