La storia di un amore che supera ogni ostacolo. Anche quello impervio chiamato Sla: la malattia più subdola e feroce che non lascia grande spazio alla speranza. Con la particolarità che questa volta non ci si piange addosso ma si combatte «la stronza» con la stessa grinta e competizione del più agguerrito sportivo in campo. Perché la partita va giocata tutta, soprattutto se si parla di un campione come Stefano Borgonovo, gloria del Milan, della Fiorentina e di altre squadre di serie A. È così che attraverso la delicata sensibilità della penna di Mapi Danna, Chantal Borgonovo si racconta a cuore aperto. E come in un romanzo si parla di amore, passione, gioie e, subito dopo, malattia e crolli incontrollabili: quelli di una sofferenza devastante, di un dolore compresso che non lascia spazio alla compassione, ma cerca la normalità nella difficoltà, l'ironia nella paura. E sempre la verità. Il libro Una vita in gioco (Mondadori, pagg. 155, 17,90), è sì una dichiarazione d'amore, assoluto e infinito, ma anche una lettera di ringraziamento; un urlo di protesta; un messaggio di speranza e di coraggio; un'eredità affettiva da lasciare a chi, come le figlie minori del calciatore, non ha avuto la possibilità di conoscere il grande sportivo (mancato nel 2013)in tutto quello splendore di giovane atletico e brillante. Una narrazione forte e struggente, ma a tratti lieve, e dalle curve morbide, quelle di un sentimento sempre vivo, adolescenziale.
La protagonista qui non è la malattia ma la vita, fulgida di intensi valori e significati, dove non vi è traccia di retorica o presunzione. Né tantomeno di malinconia. Dove il rispetto restituisce la dignità e l'amore rende immortali.
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