Continuano le polemiche in Francia sulla ripubblicazione di alcuni dei libri più controversi di Louis-Ferdinand Céline: Bagatelle per un massacro (1937); La scuola dei cadaveri (1938) e La bella rogna (1941). E alla fine l'editore Gallimard che voleva ripubblicare questi testi, intrisi di antisemitismo, in un volume unico intitolato Écrits polemiques (Scritti polemici) ha ceduto alle pressioni che sono arrivate anche dal governo francese. Alla fine al numero 5 di Rue Gaston-Gallimard hanno deciso che il compendio del Céline più sulfureo non uscirà più in primavera.
Lo ha fatto sapere l'editore Antoine Gallimard rispondendo direttamente al governo di Parigi che, attraverso una lettera, firmata da Frédéric Pottier, delegato interministeriale a capo dell'ufficio che si occupa della lotta al razzismo, aveva manifestato «preoccupazione» e «allarme» dopo le anticipazioni apparse sulla stampa. Insomma paura che gli scritti contro gli ebrei possano fomentare ulteriormente quelli che Pottier ha definito i «rigurgiti antisemiti» nell'opinione pubblica. Si è arrivati così, come ha raccontato Le Monde, a un incontro tra Antoine Gallimard, amministratore delegato della casa editrice, e Pottier. Prima Gallimard ha smentito l'esistenza di una data precisa, ora invece pare certo che non ci sarà una edizione a brevissimo, cioè entro primavera. Bisognerà vedere anche a questo punto, ammesso che la pubblicazione avvenga, se verrà utilizzata, come era nelle intenzioni, l'edizione critica degli scritti di Céline pubblicata in Canada nel 2012 e curata da Régis Tettamanzi, che comprende i tre pamphlet, e altri due testi polemici, Mea Culpa e À l'agité du bocal indirizzato a Jean-Paul Sartre. L'edizione canadese contiene circa 400 pagine di note ma per alcuni intellettuali francesi non è abbastanza severa.
Sul caso Céline è intervenuto di persona anche il primo ministro francese Édouard Philippe, che ha dichiarato di «non avere paura» ma che occorre «seguire, accompagnare attentamente» la ristampa. «Ci sono eccellenti ragioni per destare l'uomo - ha detto Philippe al Journal du Dimanche - ma non si può ignorare lo scrittore». Magari però metterlo sotto naftalina sì.
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