Ciabatti guida i "12" dello Strega in rosa (senza Picca...)

Selezionati i 12 libri che parteciperanno alla LXXV edizione del Premio Strega. Il 10 giugno sarà scelta la cinquina. E l'8 luglio sarà la volta del vincitore

Ciabatti guida i "12" dello Strega in rosa (senza Picca...)

Ieri sono stati selezionati i 12 libri che parteciperanno alla LXXV edizione del Premio Strega. Il 10 giugno sarà scelta la cinquina. E l'8 luglio sarà la volta del vincitore. Teresa Ciabatti, con Sembrava bellezza, edito da Mondadori.

Scherziamo...

Mica tanto. Comunque è indubbio che quest'anno è già partito il mood Ciabatti. Un po' come l'anno scorso con Sandro Veronesi, il quale poi vinse con Il colibrì. Il quale, quest'anno - ma è solo un caso - ha presentato il romanzo della Ciabatti allo Strega.

Accanto alla Ciabatti, ecco gli altri 11 autori in gara: Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli); Edith Bruck con Il pane perduto (La nave di Teseo); Maria Grazia Calandrone con Splendi come vita (Ponte alle Grazie); Giulia Caminito con L'acqua del lago non è mai dolce (Bompiani); Donatella Di Pietrantonio con Borgo Sud (Einaudi); Lisa Ginzburg con Cara pace (Ponte alle Grazie); Giulio Mozzi con Le ripetizioni (Marsilio); Daniele Petruccioli con La casa delle madri (TerraRossa); Emanuele Trevi con Due vite (Neri Pozza); Alice Urciuolo con Adorazione (66thand2nd) e Roberto Venturini con L'anno che a Roma fu due volte Natale (Sem). Colpo di scena: cinque scrittori e sette scrittrici. L'anno prossimo, in nome della parità di genere, si potranno invocare le quote azzurre.

Per il resto, la «dozzina» è ottima. Niente da dire. Chi scrive non è un critico letterario, ma un giornalista culturale. E dire che a noi piace molto il libro di Giulio Mozzi, non aggiunge molto. Stupisce però che nella dozzina non sia entrato il romanzo di Aurelio Picca Il più grande criminale di Roma è stato amico mio (Bompiani). Peccato perché sono tanti i critici letterari che ne hanno scritto benissimo. E perché ad elogiarlo - una volta tanto che la stampa straniera si occupa di un romanzo italiano contemporaneo - è stato, con paginata trionfale, il 17 marzo, Le Figaro. Titolo: L'Arsenal de Rome détruite d'Aurelio Picca, dans l'ombre des ragazzi. Sottotitolo: «Dans les bas-fonds de Rome sur les traces de Pasolini». Pasolini, nientemeno.

Strano. Perché nel Comitato direttivo del Premio (Pietro Abate, Valeria Della Valle, Giuseppe D'Avino, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Helena Janeczek, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine) il 90% dei membri cita ogni due per tre Pasolini, l'impegno, l'intellettuale «che ci manca»...

Infine, fra le note a margine della notizia riguardante la «dozzina», due curiosità. La prima: l'unico serio concorrente della Ciabatti, quest'anno, è un vero intellettuale pasoliniano, Emanuele Trevi con Due vite, presentato - ma anche qui, è un caso - da un altro premio Strega, ossia Francesco Piccolo. La seconda curiosità è che dai 62 titoli in lizza è rimasto fuori Paolo Di Stefano con Noi (Bompiani).

Ossia lo scrittore che, nelle vesti di critico letterario, stroncò, come nessuno aveva mai fatto con un esordiente, il primo romanzo di Teresa Ciabatti, Adelmo torna da me, Einaudi, era il 2002 (e magari aveva ragione lui). Però, come rivincita, non c'è male.

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