Il ciclone "Violetta" tra Disney e realtà

Dopo il successo dei concerti milanesi, lo show fenomeno prosegue il tour italiano

Il ciclone "Violetta" tra Disney e realtà

Il tour dello show "Violetta Live" dedicato all'omonima serie tv, amatissima in tutto il mondo, ha invaso la penisola. Si tratta di una sorta di musical che ha per colonna sonora i brani più amati delle prime tre stagioni televisive e in cui si alternano parti recitate, cantate e ballate. Protagonisti sul palco, oltre ai ragazzi del cast, anche nove ballerini e una band di musicisti. Dopo le fortunate date di Torino e Milano, andate sold out, seguiranno: Bologna il primo febbraio, Firenze il 3 e 4 febbraio, Roma il 6, 7 e 8 febbraio, Verona l’11 settembre nella magica cornice dell’arena e infine Pesaro il 13 settembre. La serie, prodotta da Disney, spopola in tutto il mondo ed è un fenomeno mediatico che, pur vantando già numeri da record, continua a crescere a ritmo impressionante. Per avere un'idea basti sapere che soltanto in Italia la seguono otto milioni e mezzo di telespettatori, la sua pagina Facebook ufficiale ha due milioni di fan e che il 96% del target di riferimento, ossia bambine e ragazzine tra i quattro e i quattrodici anni d'età, conosce il personaggio. Riguardo poi ai prodotti nati dalla tv, è sufficiente guardarsi attorno per coglierne la presenza: libri best-seller, hit che hanno scalato le classifiche musicali, accessori d'abbigliamento, giocattoli, cancelleria, dvd e un numero incredibile di minuterie di vario genere.

Tutta la merceologia a tema va letteralmente a ruba grazie all'esercito delle "V-lovers", sigla con la quale si definiscono coloro che seguono con assoluta devozione Violetta. Pochi giorni fa, a Milano, durante la conferenza stampa di presentazione del tour è stato chiesto alla giovanissima star che interpreta la protagonista, Martina Stoessel, a cosa si debba un così enorme successo. La quasi diciottenne ha risposto che neppure lei sa spiegarselo fino in fondo ma che ritiene il programma piaccia per motivi diversi in base all'età: secondo lei, le fan più grandi si appassionano alla storia e, oltre che ai personaggi, anche a chi li interpreta, le cui vicende personali possono essere seguite grazie ai social network, mentre le più piccole sono affascinate dalle canzoni e dall'elemento musicale. L'incontro con i giornalisti è stato all'insegna del politically correct da ambo le parti: gli uni si sono guardati bene dal porgere domande scomode (ad esempio sull'eccessiva magrezza di Martina) e la ragazza ha dato risposte le cui parole più ricorrenti sono state amicizia, solidarietà, famiglia e amore; del resto, giura che siano gli stessi valori che ha sempre respirato in casa fin da bambina. La dice lunga che tra gli intervenuti vi fosse chi aveva già quasi completamente pronto l'articolo dal giorno precedente l'incontro; basta infatti leggere vecchie interviste per scoprire che in queste occasioni le frasi sono sempre le stesse, riproposte ad ogni latitudine e longitudine, probabilmente non tanto per mancanza di fantasia in chi pone le domande, ma proprio perché si sente aleggiare una sorta di entità superiore, una presenza che, con il suo solo nome, pone nell'inconscio dei presenti un veto sugli argomenti da toccare: la Disney.

Esilarante a questo proposito l'intervento dell'unico componente italiano del cast, uno spigliatissimo Ruggero Pasquarelli; interrogato riguardo ad un love-affaire con una collega, ha affermato con una cantilena sorridente e allusiva che i loro amori sono disneyani proprio come loro, ragazzi bravi, tranquilli, avvezzi a non fare niente di male e che non possono nemmeno parlare troppo di certe cose. Come a dire: risposte da contratto finché si è sotto contratto.

Non stupisce che alcuni, come Britney Spears o Miley Cirus, una volta liberi dal fiabesco mondo della propria casa produttrice e catapultati in quello reale, diventino la nemesi del crogiuolo di virtù interpretato tanto a lungo. Staremo a vedere; anche se naturalmente l'augurio, per loro e per i nostri ragazzi, è che continuino ancora per moltissimo tempo ad essere un punto di riferimento positivo.

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