"Persone a lei vicinissime mi hanno messo le cimici in macchina, e il GPS per sapere dove andavo; quando bastava che me lo chiedesse. Altre persone si sono appostate sotto la casa di Noemi". Così parlava Francesco Totti una settimana fa nell'intervista esclusiva, che ha scoperchiato il fantomatico vaso di Pandora sulla crisi con Ilary Blasi. Le forti dichiarazioni hanno portato al centro dell'attenzione la figura degli investigatori privati e la polemica, che ne è scaturita, ha fatto sbottare la Federpol.
La Federazione italiana degli istituti privati per le investigazioni, per le informazioni e per la sicurezza ha deciso di tutelare la rispettabilità della categoria con una nota ufficiale, minacciando di muoversi legalmente. "A tutela della propria onorabilità, in merito ai continui e inappropriati tentativi di denigrare la reputazione della figura dell’investigatore privato - si legge nel comunicato diramato nelle scorse ore - che accoglie al suo interno seri professionisti, assolutamente rispettosi delle leggi (molte) e adeguatamente formati in tal senso, la Federpol, federazione più rappresentativa della categoria, si riserva di adire le vie legali".
Indubbiamente il caso Totti ha portato alla ribalta della cronaca la figura dell'investigatore privato e anche l'uso improprio della professione nel reperire elementi di prova da portare in giudizio. Le dichiarazioni fatte dal Pupone su cimici e gps utilizzati a sua insaputa per rintracciare i suoi movimenti lo confermano. Ma la Federpol ha voluto prendere le distanze da illazioni e accuse sui metodi di lavoro degli investigatori. "Noi non ci stiamo! La figura dell'investigatore privato tanto romanzata è fatta di professionisti seri e esemplari, che conoscono il loro lavoro e sanno rispettare la legge e soprattutto le persone. Dispiace assistere a continui talk show televisivi, frequentati dai professionisti del gossip, che si permettono di offendere colleghi e ledere la loro onorabilità".
Nel difendere l'operato della categoria, Luciano Tommaso Ponzi, presidente nazionale di Federpol che ha firmato la nota ufficiale, parla del loro lavoro: "L'investigatore privato è autorizzato con licenza governativa, che risponde a stringenti requisiti oggettivi e soggettivi. Ma soprattutto al primo sgarro viene ritirata con conseguenze irreparabili per il professionista.
Quindi non vogliamo asserire che le pecore nere, come in tutte le professioni, possano esserci, ma che una intera categoria venga denigrata da organi di stampa, magari pure dalla televisione pubblica, beh questo è inaccettabile". Un chiarimento d'obbligo per Federpol che ora minaccia di tutelarsi legalmente da ulteriori attacchi.
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