Al cinema "A quiet Passion", una vita consacrata alla poesia

Un film in costume dai dialoghi acuti e dalla confezione raffinata, che prova a far luce sulla vita privata di Emily Dickinson e sulla sua scelta d'isolamento

Al cinema "A quiet Passion", una vita consacrata alla poesia

"A quiet passion", biopic firmato da Terence Davies, esplora parte dell'esistenza della più celebre poetessa americana: Emily Dickinson.
Con garbo e profondità viene ripercorsa la vicenda biografica di Emily (Emma Bell da giovane, Cynthia Nixon da adulta), dall'allontanamento dalla scuola femminile di matrice cristiana fino alla morte. Si racconta del suo conflittuale rapporto con la società dell'epoca e della sua progressiva scelta di chiudersi nella propria stanza, dedicandosi solo all'amata poesia.
"A quiet passion" immortala un processo artistico che si nutre della contemplazione, sia pure a distanza, della bellezza del creato.
La Nixon (celebre come Amanda di "Sex & The City") è una protagonista sorprendente ma tutto il cast è magnifico, la confezione raffinata e le ricostruzioni scenografiche molto accurate.
Siamo in un'opera dalla bellezza sottile, uno studio di personalità finemente dettagliato ma, data la sua lentezza e il suo spirito contemplativo, non adatto a tutti. C'è il forte rischio che parte del pubblico lo possa considerare una melassa sentimentale poco digeribile. Ogni parola dello script è talmente puntuale e attenta da rendere i dialoghi avvincenti ma anche piuttosto innaturali: gli spettatori si divideranno tra chi ne apprezzerà il velato umorismo e chi ne coglierà soprattutto l'artificiosa intellettualità.
Il film si presenta, del resto, come un susseguirsi di discussioni argute e battute salaci, enunciate a lume di candela o durante passeggiate al sole. Tra gli argomenti dibattuti ci sono la condizione femminile, l'autorealizzazione, la religione e molto altro, mentre poesie tematicamente aderenti alla conversazione vengono declamate sullo sfondo dalla voce fuori campo della poetessa.
Nella rappresentazione di questa donna, indipendente in un'epoca in cui ad avere personalità marcate potevano essere soltanto gli uomini, c'è un'onestà quasi spietata: se all'inizio, infatti, di Emily sono messe in luce le qualità, nella seconda parte del film ci si rende conto di quanto la sua schiettezza, il carattere fiero e l'ironia pungente siano maschere atte a nascondere una personalità inquieta e tormentata, schiava della propria sensibilità. Il suo anticonformismo è genuino e il suo disinteresse per i pretendenti assoluto, ma mettersi in contatto con la propria vena poetica ha per Emily un prezzo altissimo, quello di consacrare alla propria vocazione letteraria tutta se stessa, anima e corpo. Scrivere è per lei terapeutico, se non addirittura salvifico ma il suo dono esige di venire coltivato al riparo dal rumore del mondo e da chiunque non sembri prestargli la giusta attenzione. In Emily, il passare degli anni vede mutare la giovanile idiosincrasia alle regole in un'ossessiva osservanza di dogmi di propria creazione: la mancanza di rigore che ravvisa nel prossimo le è intollerabile e la porta ad avere reazioni nevrotiche. L'artista s'innamora delle proprie eccentricità ma si ritrova poi incompresa, piena di amarezza e di rimpianto.

L'isolamento, da scelta consapevole ed emancipata, si tramuta in trappola esistenziale.
"A quiet passion" è riservato a chi abbia voglia di intraprendere un viaggio nella gestazione di versi eterni e nel travaglio interiore di chi li scrisse.

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