Dopo il cinepanettone, arriva il "cinecapodanno"

Finita l'era dei Vanzina, l'esordiente regista Bologna firma una provocatoria commedia noir

Dopo il cinepanettone, arriva il "cinecapodanno"

Niente doni, sotto l'albero di Natale. Ma carne da letto, che si possa scambiare in un'orgia sui monti. Arriva così, nudo e crudo, il primo cinepanettone non convenzionale della filiera di stagione e s'intitola Cosa fai a Capodanno? (da giovedì), domandona che, presto, circolerà sulla bocca di tutti. Finita l'epoca spensierata dei film natalizi alla Vanzina, è un'ora più «porchereccia», quella attuale. Dove l'arrivo dell'anno nuovo da una coppia in cerca di trasgressione (Valentina Lodovini e Riccardo Scamarcio, nella foto); da una signora radical-chic (Isabella Ferrari) col suo «toy-boy» (Ludovico Succio) e, ancora, da un paio di fetenti che organizzano scambi di coppia (Luca Argentero e Ilenia Pastorelli), con un pizzico di crudeltà. Né poteva mancare una spolveratina di politica, col cinico razzista in odore di Lega (Alessandro Haber).

Alla sua opera prima, Filippo Bologna firma «un film trasversale, perché ormai il sesso è il ponte tra le classi sociali», dice lui, ringalluzzito dal successo planetario di Perfetti sconosciuti, del quale ha co-scritto la sceneggiatura. Stando al regista esordiente, toscano quarantenne che tenta il salto di qualità anche dal punto di vista tematico, qui si tratterebbe di «un cinepanettone al veleno per topi». A Natale si dovrebbe esser più buoni, infatti, e, invece, ecco i proprietari d'una villa legati e imbavagliati da un ladro e dalla sua complice, mentre ignari ospiti infoiati si annusano e si mentono, in attesa d'una memorabile ammucchiata. Una commedia per camera da letto? «Per me, il cinepanettone è un genere di film legato a un'Italia che non esiste più, finita con la Prima Repubblica». Certo, già la presentazione di questo «noir» natalizio, imbibito di eco tarantiniane (la neve, la baita, l'isolamento) e di atmosfere tipiche dei fratelli Cohen, ieri rimandava a un eros più inscenato, che vissuto. E le signore dello scambio, ovvero il Gotha del nostro star system Vittoria Puccini, Ilenia Pastorelli, Isabella Ferrari -, intente a scovare contenuti nell'atmosfera appiccicosa che non ci azzecca col classico cinepanettone. Ancorché volutamente sporcaccino. «La mia Nancy è un'apatica: un personaggio estremo, spiega la Puccini, all'occasione trasformata nell'aspetto fisico. Capelli neri e corti, tatuaggi e l'eterno cellulare fanno di lei una delle tante donne ansiogene che s'incontrano per strada. Per il mio personaggio, ho voluto pensare al film di Bunuel Il fascino discreto della borghesia», sintetizza la Ferrari.

Quanto ad Alessandro Haber, fa il politico «disincantato, che non potendo giocare con le sue parti basse, gioca con la testa», scandisce l'attore, qui su sedia a rotelle. Ce n'è per scambisti e populisti, insomma: dicono sia l'Italia di oggi, non quella dei Vanzina.

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