Cracco: "Di cattivo gusto il mio funerale a Masterchef. Per audience vendono la madre"

Intervistato dal settimanale Spy, Carlo Cracco ha parlato della sua vita lontano da Masterchef: "Il mio obiettivo è quello di diffondere la cultura del cibo"

Cracco: "Di cattivo gusto il mio funerale a Masterchef. Per audience vendono la madre"

Nonostante Carlo Cracco abbia lasciato Masterchef, per lui quel programma rimane un'esperienza magica e particolare, anche se ha qualcosa da ridire riguardo la prima puntata di quest'anno.

"Guardo ancora Masterchef, Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo sono i miei fratelli, i miei figli - spiega Cracco al settimanale Spy -. Non potrei mai parlare male di loro". E dopo queste prime parole di stima e di rispetto nei confronti dei suoi colleghi, Carlo Cracco ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

"Nella prima puntata - rivela Carlo Cracco -hanno inscenato il mio funerale, non ne sapevo nulla. Ero a casa, stavamo cenando e non guardavo la tv. A un certo punto hanno cominciato a chiamarmi al telefono... Volevano sapere se ero morto davvero. L’ho trovato un po’ kitsch, di cattivo gusto. Anche perché non si è mai fatta una cosa del genere in televisione. Al Festival di Sanremo non ho mai visto fare il funerale al conduttore precedente. Però è anche vero che la televisione per fare audience è disposta a tutto: a vendere la mamma, la nonna, la suocera, la nuora e a vendere la pelle dell’orso ancora prima di averla cacciata. E quindi anche a fare il funerale a Cracco".

Insomma, lo sketch del funerale non è proprio piaciuto a Cracco e questa intervista a Spy è stata l'occasione buona per dirlo. E dopo questa confessione, Carlo cambia argomento per concentrarsi sui suoi progetti lontano dalla tv. Il noto chef, infatti, sta per aprire un ristorante a Milano in Galleria.

"Il mio obbiettivo - sottolinea lo chef stellato - è sempre quello di diffondere la cultura del cibo. Ora sono impegnato verso una nuova frontiera, quella del mangiare bene per stare bene. Adesso va di moda il deliveroo (consegne a domicilio, ndr). Vedo tantissimi ragazzi in giro per le città in bicicletta a consegnare cibo nelle case lavorando in certe condizioni e sottopagati... però la gente è convinta che sia una figata.

Ma perché farsi portare una pizza che da quando esce dal forno a quando arriva a casa è fredda e non è più buona? Quel servizio non è cultura del cibo, è un concetto sbagliato che abbassa la qualità. È la classica via di mezzo... piuttosto esci e vai al ristorante, oppure stai a casa e te lo prepari tu".

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