Dear Jack, il mistero del ringraziamento agli "sbiaditi"

Ecco perché i Dear Jack hanno apostrofato la platea del Festival di Sanremo con "grazie, sbiaditi": si trattava di una semplice sfida lanciata da The Jackal

Dear Jack, il mistero del ringraziamento agli "sbiaditi"

Grazie, sbiaditi”. Con questa frase Leiner Riflessi, nuovo frontman dei Dear Jack, ha apostrofato la platea del teatro Ariston al Festival di Sanremo, dopo che il gruppo si era esibito con “Un bacio a mezzanotte”. Sui social è giunta l'accusa di razzismo al contrario, ma c’è molto di più in questa frase.

La spiegazione è molto semplice: i Dear Jack hanno raccolto la nuova sfida di The Jackal, gruppo di videomaker per il web, che già nei giorni scorsi avevano lanciato il guanto ad altri cantanti in gara a Sanremo. La prima in tal senso era stata Noemi, cui era stato chiesto di dire “sta’ senz’ penzier’” durante la sua performance: la cantante aveva pronunciato la citazione dalla parodia di “Gomorra - La serie” di The Jackal alla fine della sua esibizione.

Un’altra citazione, sempre dalla stessa parodia, è stata richiesta a Clementino, conterraneo di The Jackal e quindi partenopeo, che nella seconda serata ha pronunciato sul palco la mitica richiesta “du’ frittur’” o meglio “deux frittures”.

Stavolta, la citazione richiesta da The Jackal andava a “Negri sbiaditi”, la webserie politicamente scorretta mai realizzata se non accennata in

un promo, che avrebbe dovuto essere lo spinoff di “Gay ingenui”. “Negri sbiaditi” avrebbe trattato di un gruppo di persone di colore che sfuggivano agli stereotipi che solitamente vengono loro attribuiti.

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