"C'è gente che ha bestemmiato, hanno intervistato il figlio di Totò Riina facendogli l'altarino, abbiamo visto in televisione qualunque cosa. Questo era un gioco. È scoppiata la bomba, ma la bomba non c'è. Hanno usato me come potevano usare forse qualcun altro. Forse è scomodo mio marito". Paola Perego mentre imperversa ancora la polemica che ha portato alla chiusura del suo programma Parliamone sabato racconta la sua visione delle cose in una intervista esclusiva a Le Iene Show in onda in prima serata su Italia1.
"Sto male - dice - perché mi sento messa in mezzo in una cosa molto più grande di me. E sto male per tutte quelle persone che, fidandosi di me, mi hanno seguita in questo programma. Ora resteranno senza lavoro. Pensa che guadagnano due lire ed ora veramente avranno problemi a pagare l'affitto, perché non è che gli stipendi Rai proprio ti permettono di navigare nell'oro. Sono disorientata, spaventata, non riesco a rendermene conto, vedo i giornali e mi sembra una cosa surreale, che non sta capitando a me. È tutto troppo surreale. Non ho ancora metabolizzato, non riesco a capire bene che cos'è questa violenza contro di me. Non me lo merito, io credo di essere una brava persona".
Hanno già chiuso il programma e "credo che adesso rescinderanno anche il mio contratto, ma questo non è un problema, cioè io non sono quella persona che stanno descrivendo e chi mi conosce lo sa". Pesa l'accusa di essere una sessista insensibile? "Sì, perché io non lo sono, ma veramente non lo sono. Non so… Poi non posso stare qui ad elencare i miei pregi o le cose che io ho fatto, ho anche 8mila miliardi di difetti, però io non sono quella persona che oggi è descritta sui giornali".Tornando al merito del programma, "può essere stata una pagina brutta, ma non... È incredibile perché dal niente è partita un'eco mostruosa su una cosa che non c'è, non esiste". Ma "non verrà mai fatta chiarezza. Ma come fanno a fare chiarezza? Gli argomenti in Rai vengono approvati prima di essere messi in onda".
Approvati "dal capostruttura, dal direttore di rete. Mi hanno approvato questo argomento e mi hanno cassato il femminicidio perché non volevano che ne parlassimo perché non era con la linea editoriale". "Prima l'approvano e poi si scusano, di cosa? Ma di cosa? Ma di che stiamo parlando? Loro si sono dissociati da una cosa che avevano approvato e adesso fanno la figura di quelli che stanno salvando l'Italia da questo 'mostrò che è sessista, che porta in televisione queste cose". Sensi di colpa? "Ti ci fanno sentire in colpa perché parte da una parola e poi tutti la ripetono e poi s'ingigantisce e ti portano a pensare 'Ma che cosa ho sbagliato? Io l'ho rivisto tre volte quel pezzo: io ho difeso le donne come faccio sempre". E allora qual è il reato? "Non c'è reato, non c'è il reato". Ma le slide hanno creato molto clamore. "Sì, perché è l'unica cosa che hanno visto", mentre c'era l'intero programma da vedere, cogliendo la discussione e il lato "ironico della cosa". Qualcosa di cui scusarsi? "Sì, io mi vorrei scusare per la dichiarazione di Fabio Testi. Ho chiesto di non invitarlo più". Ma pesa di più l'accusa di razzismo o sessismo? "Di sessismo, assolutamente di sessismo perché non lo sono, ma non solo non lo sono, perché porto avanti una battaglia da sempre, perché è uno dei miei principi base, la difesa dei diritti delle donne principalmente". E ora mi sento "senza possibilità di difesa.
Perché quando diventa una cosa virale in questa maniera, che fai? Infatti me ne sto zitta". Ma qualcuno potrebbe ridimensionare le accuse? "No, anche perché dalle posizioni che hanno preso - conclude Paola Perego - è molto difficile tornare indietro e poi sono dei codardi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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