"Festeggio i 60 anni da compositore dirigendo in tutta Europa"

Il maestro pubblica un disco con musiche da film. L'ultimo di Tarantino? Non è western"

"Festeggio i 60 anni da compositore dirigendo in tutta Europa"

Benvenuti nel genio di Ennio Morricone. Per dare qualche confine al suo talento esce il disco Morricone 60, che celebra i suoi sessanta anni da compositore raccogliendo arie da colonne sonore che non hanno tempo. Il buono, il brutto il cattivo, famosissimi. The Mission, musiche favolose. Metti una sera a cena, sottovalutate. Nuovo cinema Paradiso da Oscar. C'era una volta in America, imbattibili. The eightful eight, film di Tarantino del quale Morricone dà una definizione imprevedibile. A quasi 88 anni (li compirà a novembre) lui dirige ancora in giro per il mondo: stasera e domani al Palais des Congrès a Parigi, poi Roma poi a novembre Stoccolma, Helsinki, Copenhagen, Praga, Cracovia e via andare con un ritmo da rockstar. In più ha firmato un contratto con la Decca, che è la più prestigiosa tra le case discografiche. «Che vuole - dice - l'importante è mettersi sempre nuovi obiettivi». Detto da lui vale come una lezione di vita.

Scusi, maestro, come fa?

«E dire che non sono neanche tanto in forma. Mi sono rotto il femore e ci vuole tanto tempo per ritornare in forma. Ma a Natale credo che sarò di nuovo come prima».

Nel frattempo terrà molti concerti in giro per l'Europa.

«Per adesso mi concentro su quelli di Parigi. Poi sugli altri».

Allora parli di Morricone 60', in fondo è il primo greatest hits voluto, curato e registrato interamente da lei.

«Ma la scaletta è stata concordata con la Decca».

C'è qualcosa che la sua casa discografica non voleva?

«No c'è qualcosa che io volevo senza discussione».

Ad esempio?

«I temi dal film The Mission. Quelli li ho voluti io personalmente perché ci sono affezionato e credo siano tra le cose migliori che io abbia composto».

Il Buono il brutto il cattivo compie mezzo secolo.

«Ho letto in una classifica che è stata votata come la seconda colonna sonora più importante dell'ultimo secolo. Ammetto che è un grande orgoglio».

Ci sono tanti aneddoti su quelle musiche.

«Io le eseguo sempre dovunque suoni e con qualsiasi orchestra mi esibisca. Le vuole il pubblico e non posso dire di no perché anche io le trovo importanti per me. In altri casi seguo la volontà del mio pubblico».

Ad esempio?

«Le musiche di Metti una sera a cena. Mi accorgo che sono entrate profondamente nella coscienza collettiva e che piacciono davvero in tutto il mondo».

La new entry è The hateful eight di Quentin Tarantino.

«Tanti lo considerano un film western. Ma non lo è assolutamente. È un film di avventure in un ambiente pieno di neve. Il periodo è quello del genere western ma il copione e lo svolgimento della trama non c'entrano quasi nulla. Perciò è impossibile fare qualsiasi paragone con i film di Sergio Leone, e anche con le musiche composte per quei film».

Morricone, lei lo sa di essere uno dei pochi modelli per qualsiasi compositore moderno?

«E adesso sto scrivendo un concerto a due».

Altre richieste per colonne sonore?

«Al momento ne ho due, ma non so che cosa deciderò di fare e se mai dirò di sì».

Perché?

«Perché scrivere musica per me è una sofferenza. Scrivere colonne sonore è doloroso. Giorno dopo giorno. Accordo dopo accordo. Per me è un processo difficile che comporta un sacrificio enorme».

Ci spieghi meglio.

«Talvolta devo affrontare compromessi enormi, almeno per me. Talvolta scrivo musiche che poi non vengono neanche incluse nella versione definitiva. Insomma, un percorso assai accidentato che può diventare molto faticoso».

Allora parliamo di pop. Si dice che sia stato lei a «inventarsi» il ritornello di Abbronzatissima di Edoardo Vianello, anno di grazia 1963.

«Sì è vero. Prima del cinema ho anche composto musiche per teatri.

C'era una commedia di Luciano Salce che lui aveva messo in scena a Cinecittà. In uno dei brani avevamo pensato a un ritornello con il nome di persona Ornella, qualcosa come oh oh Ornella. Poi l'abbiamo trasposto nel brano Abbronzatissima. Ed è diventato un successone».

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