Il dramma di Francesca Neri: "Sono malata. Ho pensato al suicidio"

Il dolore, l'idea del suicidio e il sesso. Francesca Neri ha rotto il silenzio sulla sua malattia: "Mi sono chiusa in una stanza per tre anni"

Il dramma di Francesca Neri: "Sono malata. Ho pensato al suicidio"

Cistite interstiziale. Francesca Neri ha dato un nome al male che da cinque anni la tiene chiusa in casa lontana dal pubblico. Un'infiammazione cronica della vescica, che provoca dolori diffusi, dalla quale non si può guarire. Dopo cinque anni di silenzio, l'attrice ha deciso di raccontare la sua difficile storia in un libro "Come carne viva", che uscirà il prossimo 5 ottobre.

Un racconto intimo e molto doloroso, che Francesca Neri ha anticipato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. La malattia è esplosa all'improvviso senza avvisaglie e il suo corpo, ammirato e amato da registi e spettatori, è diventato il suo carnefice. Il dolore l'ha spinta a isolarsi, chiudersi in una stanza, in un lockdown personale cominciato molto prima della pandemia. "Volevo essere lasciata sola - ha confessato l'attrice, 57 anni - Dovevo proteggere Claudio e Rocco, mio figlio, altrimenti non ce l'avrei fatta nemmeno io, che sono il capofamiglia che si occupa di tutto. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri".

Starle accanto è stato difficile, ha ammesso Francesca Neri. Lo ha confermato anche Claudio Amendola durante l'ultima intervista rilasciata a Verissimo. Lei c'era fisicamente, ma il suo dolore materiale ed emotivo l'avevano allontanata da tutti: "Di fatto sono stata via per tre anni, però c'ero, ero lì in casa con loro, ed è la cosa più terribile. Ho accarezzato l'idea del suicidio". Al quotidiano la Neri ha raccontato com'è convivere con la malattia: "È durata tre anni la fase acuta, non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante. I primi due anni, io che non credo ai social, sono stata in una chat di donne che soffrono questa patologia. Un po' come gli alcolisti anonimi". In tanti, nel mondo del cinema, hanno preso le distanze da lei: "Da una parte c’era incredulità. Le attrici mi chiedevano, ma come hai fatto a staccare? Altri dicevano che ero talmente drogata che non mi reggevo in piedi".

L'attrice ha provato ogni strada per guarire dall'agopuntura all'ayurveda fino all'ozonoterapia, ma nulla l'ha aiutata a alleviare i dolori della cistite interstiziale. "Mi hanno addirittura proposto un massaggio intravaginale. Ma che mi faccio penetrare da uno sconosciuto?", ha trovato il coraggio di scherzare. Inevitabile chiedersi come sia cambiata la sua intimità con il marito. "Il sesso? Non ci pensi, ma quando ci pensi è il segno che sei viva. Si inventa un nuovo modo di avere intimità col tuo compagno, ti devi arrangiare".

Il suo pensiero centrale, però, è stato sempre suo figlio, Rocco, al quale deve la decisione di raccogliere in un libro la sua dolorosa storia: "Era intorno ai diciotto anni, faceva affidamento sul padre ed è stato il mio grande cruccio. Il dolore più grande è stato per mio figlio, il libro l'ho scritto per lui". Così è nata la sua biografia, non quella di attrice ma quella personale incentrata sugli ultimi anni. Fagocitata in un meccanismo di lutto e accettazione, Francesca Neri ha scelto la scrittura per rinascere. Un libro non per essere compatita ma per essere conosciuta. Perché oggi, grazie o per colpa della malattia, Francesca Neri è diversa: "Sono me stessa, libera dalla necessità di compiacere tutti".

Il primo a leggerlo è stato il marito Claudio e il suo giudizio è stato forte: "Dice che è al limite della pornografia, gli uomini che l’hanno letto hanno avuto difficoltà, si sono dovuti fermare, tocco cose difficili da affrontare".

Francesca Neri svela di avere trovato un nuovo equilibrio, togliendo, rinunciando e "imparando a difenderlo". Ora, ammette, è pronta a ritornare in mezzo alla gente, magari nelle librerie, per condividere la sua esperienza e parlarne senza timori.

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