Franco Gatti rivela: "Mio figlio beveva molto, è stata la sua disgrazia"

Il cantante dei Ricchi e Poveri, ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, parla di suo figlio Alessio, scomparso nel 2013 a soli 23 anni: “Era un genio, ma ha fatto una cazzata in vita sua e l’ha pagata cara”

Franco Gatti rivela: "Mio figlio beveva molto, è stata la sua disgrazia"

Franco Gatti è stato ospite di Caterina Balivo nel corso della puntata di Vieni da me andata in onda su Rai1 nel pomeriggio dell’8 ottobre 2019. Il “baffo” dei Ricchi e Poveri ha ripercorso la sua lunga carriera, iniziata con i Jets nella metà degli anni ’60 e proseguita con successi come Che sarà e Sarà perché ti amo, e il suo privato, segnato dal dolore per la perdita del figlio Alessio.

Era il 13 febbraio 2013 quando il ragazzo, appena 23enne, è stato trovato morto nella sua abitazione di via Capolungo a Nervi, nel levante di Genova. Alessio è stato stroncato da un infarto, procurato da un cocktail di alcol ed eroina, come certificato dagli esami della Procura di Genova e compiuti dall’Istituto di Medicina legale.

Mio figlio beveva – racconta Gatti –, beveva e beveva. Ed è stata anche un po’ la sua disgrazia. Ha fatto una cazzata, la prima della sua vita, con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così”.

Franco Gatti: “Io mio figlio lo sento vicino”

Sono passati più di sei anni e il cantante ha detto basta alla musica perché non riesce più a salire con gioia su un palcoscenico. Alessio, tuttavia, è sempre al suo fianco.

Io mio figlio – spiega Gatti – lo sento vicino. Era incredibile, dotato di una grande genialità. Io ho sempre giocato nei titoli borsistici, gli feci vedere come facevo, dopo sei mesi era migliore di me. Di studiare non se ne parlava, però era un tipo così. L’unica cosa era che beveva molto”.

Il cantante ci ha tenuto a specificare che il figlio non assumeva abitualmente droga e si è commosso ripensando ad un aneddoto che l’ha sempre colpito.

A casa – confessa – veniva sempre un gabbiano la mattina a trovarmi. Lo guardavo e poi se ne andava. A Mosca poi pensai a mio figlio e vidi un gabbiano. Se non era un messaggio questo? Credo che ci rincontreremo, lo spero”.

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