Fu Nerone a inaugurare questa politica-spettacolo

Laura Tecce

Veti e controveti rigorosamente a favore di telecamera, dichiarazioni shock e post provocatori, tweet e retweet, dirette Facebook e battute radiofoniche ad effetto, talk show con molto show. È la politica bellezza e la politica è sempre stata uno show. Cambiano i mezzi (o meglio, se ne aggiungono di nuovi), ma non la sostanza. La forma nella comunicazione politica è sostanza: vale a dire, il «mezzo è il messaggio», come sosteneva Marshall Mc Luhan. Il quale, già nel 1967, aveva compreso le enormi potenzialità delle comunicazioni di massa e gli effetti pervasivi sull'immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell'informazione. Lo avrebbe affermato vent'anni dopo anche Alberto Statera nel saggio Politica spettacolo: politici e mass media nell'era dell'immagine del 1986, in epoca pre berlusconiana, pre salviniana e pre internettiana (e pre algoritmo grillino). Del resto, «teatrino della politica» è una definizione chiave del lessico della Prima Repubblica, tornata in vita nella Seconda per perpetuarsi all'avvio della Terza, dove apparenza e realtà si mescolano nella costruzione di possibili scenari politici e alleanze post voto. Cambiano registi, sceneggiatori, attori e comparse e cambiano le pièces portate in scena: a volte cabaret, a volte pantomima, ma sempre più spesso, più che commedia, teatro tragico. Un segno della modernità? Caratteristiche delle politica liquida e social? Non proprio, se pensiamo che il primo vero grande politico showman fu addirittura Nerone, imperatore artista, cantante, poeta, attore, scrittore. Come sostiene Edoardo Sylos Labini, attore, regista e animatore del movimento culturale #CulturaIdentità, che nel 2015 ha portato in scena al teatro Manzoni di Milano lo spettacolo Nerone.

Duemila anni di calunnie, tratto da un saggio di Massimo Fini: il grande imperatore colpito da damnatio memoriae, vittima di una delle più grandi fake news della storia, non solo inaugurò quella che oggi chiameremmo la politica-spettacolo, ma addirittura fece recitare in teatro i senatori. Corsi e ricorsi storici.

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