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La grande bellezza, il film che fece vincere l'Oscar all'Italia

La grande bellezza è il film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo che ha portato l'Italia sul palcoscenico di Hollywood e dei premi Oscar

La grande bellezza, il film che fece vincere l'Oscar all'Italia

La grande bellezza è il film scritto e diretto da Paolo Sorrentino che andrà in onda questa sera, in seconda serata, alle 00.46 su Canale 5. Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes il film ha avuto un successo di critica internazionale che lo ha portato a competere nelle più grandi manifestazioni cinematografiche, come i Golden Globes e i premi Oscar.

La grande bellezza, la trama

La storia del film di Paolo Sorrentino ruota intorno a Jep Gambarella (Toni Servillo), un critico teatrale e giornalista ormai smaliziato che, messe da parte le sue velleità da scrittore, sembra non avere altro scopo nella vita se non quello di diventare il re dei mondani, esempio massimo di una mascolinità volta solo a legiferare sulle feste e gli eventi che si svolgono sullo sfondo di una Roma corrotta, ma incapace al tempo stesso di celare la propria grande bellezza. Jep si trascina così in un mondo fatto di falsità e di vuoto esistenziale, in cui sembra non esserci nulla a cui valga la pena aggrapparsi. La svolta, per l'uomo, arriva quando il marito del suo ex grande amore appare per dirgli che la donna è morta. Da quel momento in poi, in una lenta escalation di presa di coscienza, Jep comincerà a guardare non solo Roma, ma anche tutta la sua esistenza con occhi diversi. E forse il suo futuro da scrittore non si è ancora dissolto.

Il film che portò un Oscar all'Italia

Sin dal suo debutto al Festival di Cannes, La grande bellezza è stata celebrata dalla stampa estera che nel film di Paolo Sorrentino ha potuto rivedere quell'idea utopica di una Roma meravigliosa e magica, teatro di una vita notturna fatta di artisti e sognatori falliti. Un'idea che, naturalmente, era già stata portata sul grande schermo decenni prima da La dolce vita di Federico FellinI. L'immaginario felliniano è ben presente ne La grande bellezza: sognatori senza il coraggio di seguire le proprie aspirazioni e innamorati pieni di disperazione sono alla base di entrambi i racconti. Ma Paolo Sorrentino si concentra molto di più sulla disperazione, sul fallimento di quel sogno degli anni '50 dove Via Veneto sembrava una fucina costante di idee e sbagli.

Ed è proprio questo accostamento all'opera di Fellini che ha fatto storcere il naso a molta critica italiana. In realtà, però, Paolo Sorrentino ha confezionato un film pensato proprio per il pubblico estero, una pellicola che soprattutto agli americani potesse piacere, proprio perché li trasportava di nuovo in una sorta di non-luogo cinematografico, una Roma fatta di vizi e di virtù e incentrata sul bisogno spasmodico di ogni essere umano di creare qualcosa per sfuggire allo scorrere inesorabile del tempo e all'avvicinarsi della morte.

Un sentimento che si evince in modo chiaro, ad esempio, dalla recensione di Variety del film, dove si può leggere: "C'è Roma in tutto il suo splendore e la sua superficialità, il suo artificio e il suo significato. E diventa un enorme banchetto troppo ricco per essere digerito in una sola sessione del denso e spesso stupefacente La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Un tributo e una critica alla città la cui magnificienza ha intrappolato i suoi abitanti in una crisi esistenziale, la pellicola segue un autore in stallo che pian piano si sveglia dal torpore dato dalla sua paralisi intellettuale. Una versione molto moderna dei temi de La dolce vita che stregherà il pubblico intellettuale desideroso di grandi feste cinematografiche."

La recensione della testata americana non si allontanò poi molto dalla realtà dei fatti. Visto che proprio il pubblico più intellettuale - quello della critica estera e poi quello dell'Academy Awards - sceglierà di nominare il film di Paolo Sorrentino ai maggiori premi cinematografici di Hollywood.

Nel 2014, infatti, La grande bellezza vince prima il Golden Globes come miglior film straniero e poche settimane più tardi replicherà con la vittoria ai premi Oscar nella stessa categoria. Il premio all'Italia arrivò quindici anni dopo La vita è bella di Roberto Benigni, l'ultima pellicola italica ad aver vinto a Hollywood.

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