Luigi Hugues, geografo e compositore vissuto tra il 1836 e il 1913, è noto soprattutto per le sue opere didattiche per flauto edite da Ricordi. Poco si conosce di altra produzione musicale, quantomeno al di fuori di quella ristretta cerchia che sopravvive sotto l'etichetta delle rarità. La recente scoperta di un violinista piemontese, Bruno Raiteri, è però destinata ad arricchire il quadro di conoscenze su Hugues compositore. Nato a Casale Monferrato, Hugues esercitò per tutta la sua vita la professione di geografo: dapprima come docente nelle scuole della sua città, poi come membro della Società Geografica Italiana e professore ordinario all'Università di Torino. La geografia e la storia di quella materia non necessitano una (ri)scoperta di Hugues: i suoi studi sulle scoperte geografiche e sulla didattica sono sufficientemente noti.
Non così, invece, la musica nonostante Hugues sia stato valente concertista e, soprattutto, compositore. La scoperta cui abbiamo accennato lo conferma: Raiteri - musicista e ricercatore già noto per il suo monumentale archivio che raggruppa migliaia di spartiti - è, infatti, riuscito a stanare e recuperare centinaia di manoscritti inediti (tre metri e mezzo di carta) di Hugues. Si tratta di un rinvenimento straordinario non solo per il mondo flautistico, ma anche per la musica italiana ottocentesca in quanto tale archivio permette di conoscere e inquadrare più a fondo il compositore monferrino che, nel 1913, all'indomani della morte, venne definito «gloria fulgidissima dell'Italia».
Dalla catalogazione (ancora in corso) dei lavori riscoperti di Hugues sono già emerse pagine delle quali si ignorava l'esistenza, soprattutto musica cameristica e sacra composta nell'ultima parte della vita: brani per due flauti e pianoforte, duetti, trii e quartetti per fiati, un particolare quintetto per fiati un trio per flauto e archi, un quartetto per flauti archi e piano-forte, trii per archi, messe...
Lo stile di Hugues rivela un comporre elegante e raffinato: il suo è un romanticismo di taglio operistico la cui ispirazione melodica è sempre ben incastonata in solidi impianti armonici. Nelle sue fantasie su temi d'opera predilesse non solamente i maggiori (Rossini, Verdi, Donizetti, Bellini, Wagner), ma attinse anche a operisti quali Meyerbeer, Gounod, Franchetti, Boito, Ponchielli...
Dimostrando un non scontato gusto e una vasta conoscenza del repertorio europeo.Hugues rappresenta una figura certamente di spicco che meriterebbe un'ampia riscoperta, magari proprio a partire dai suoi manoscritti ritrovati.
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