L'estetica visionaria di Kuert che rilegge la spiritualità

Emanuele Beluffi

«Per crucem ad lucem», questo il titolo suggestivo della mostra dell'artista zurighese Beat Kuert curata da Angelo Crespi in collaborazione con Fondazione Maimeri di Milano e MAG di Salvatore Marsiglione di Como che in questo Triduo pasquale potrete visitare allo Spazio Ratti, nella ex chiesa di San Francesco a Como. Kuert, già regista di successo, poi performer, trova nel medium della fotografia il meglio del proprio stile espressivo, così«nordico ed espressionista» come lo definisce Angelo Crespi nel testo che accompagna la mostra. Uno stile che si riaccompagna per reminiscenza a certe sperimentazioni alla Antoine D'Agata e che tuttavia sorprendentemente si armonizza al martirologio estetico ispirato alla via crucis cristiana, che con l'installazione «Per crucem ad lucem» si contemporaneizza.

Kuert, prima protestante poi agnostico, esprime una visionarietà estetica spesso scabra, «graffiata», distorta, che in questa occasione riattualizza il messaggio cristiano della chiesa Cattolica, con cui si ricostruisce e si commemora il percorso doloroso di Gesù nella sua salita al Golgota prima della crocifissione.

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