Un inedito Fernando Pessoa emerge da un libro che viene presentato ufficialmente al Salone del Libro di Torino. E che forse è il libro più importante della manifestazione torinese, perché Pessoa - romanziere, saggista ma soprattutto tra i più grandi poeti del Novecento, secondo il «canone» del critico letterario Harold Bloom - ci appare lontano da quel «santino» dell'inquietudine giunto sino a noi (il suo massimo curatore è stato Antonio Tabucchi), e lontano da quell'icona di artista eclettico padre di una malinconia che ormai rischia spesso di essere relegato tra gli autori più citati che letti.
A dare un'altra dimensione allo scrittore che usò più eteronimi al mondo è La Bocca dell'Inferno, pubblicato da Federico Tozzi Editore (pagg. 400, euro 20, a cura di Marco Pasi, traduzione di Sara Culeddo, Tommaso Selvetti e Giorgia Bima) di cui in queste pagine il Giornale presenta in esclusiva un estratto. Il volume comprende l'abbozzo di romanzo breve mai apparso fino a oggi in Italia, articoli di giornale e diverse lettere, per lo più inedite.
Il 2 settembre 1930, dal piroscafo «Alcantara» in rotta verso l'America del Sud sbarcano a Lisbona il noto occultista Aleister Crowley e la sua giovane compagna Hanni Jaeger. Ad aspettarli sulla banchina c'è il poeta Fernando Pessoa. Comincia così uno degli episodi più curiosi nella biografia di entrambi gli uomini. Qualche settimana più tardi, Crowley scompare nel nulla dopo avere lasciato una misteriosa lettera d'addio su una scogliera vicino a Cascais, nota come «la Bocca dell'Inferno». Crowley si era davvero suicidato come tutto faceva credere? E quale era stato il ruolo di Pessoa in questa strana vicenda? Nel libro leggiamo dell'incontro tra il famigerato occultista inglese e il poeta portoghese.
Il rapporto tra due figure eccezionali della cultura del Novecento, così diverse eppure per certi aspetti così vicine, ci regala una storia sospesa fra mistero e humour. Pessoa è sempre stato attratto dall'occultismo. E Crowley agli inizi del '900 era considerato anche un valente scrittore, stimato, fra gli altri, da Somerset Maugham che lo prese a modello per il romanzo del 1908 The Magician e dall'Hemingway di Fiesta mobile. Un personaggio controverso, Crowley: punto di riferimento per molti satanisti, e oggi diventato un'icona «maledetta». Così come ci è stato trasmesso, apparirebbe quindi l'interlocutore più lontano dal ritroso Pessoa...
Invece, leggendo il carteggio e il racconto La Bocca dell'Inferno riscopriamo quell'ironia, lontana da ogni ermetismo, che circonda la figura del poeta portoghese. Un uomo non perso fra le sue carte e le sue opere, spesso firmate con decine di eteronimi diversi, ma un intellettuale curioso, intelligente e senza preclusioni. Un indagatore dell'animo umano in tutte le sue sfaccettature, anche le più soprannaturali, che lo portano in questo inedito a trasformarlo quasi in autore che gioca sapientemente con il registro del genere giallo.
Senza dimenticare in alcun rigo la propria grandezza di poeta, capace di portare il lirismo più visionario nella sua letteratura. Il vero segreto del suo essere unico che, tra queste pagine, ci è svelato come mai prima d'ora.
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