"Nessuno mi ha preso a bottigliate come ho letto in giro, ho visto una bottiglia di plastica sfiorare Brando (il chitarrista, ndr) e ho visto contestatori e polizia correre, il pubblico dentro la transenna attonito e spaventato, quando ho percepito un clima teso e surreale mi sembrava di estremo cattivo gusto rimanere sul palco a favore di camera. Nessuna indignazione, mi sentivo solo un filo fuori luogo. Se fossi rimasta lì a finire di fare il mio lavoro, forse non se ne sarebbe accorto nessuno". Malika Ayane in un lungo post su Facebook precisa quanto accaduto ieri durante la diretta da Napoli del programma di Gianni Riotta ’47 35 Parallelo Italia, quando ha interrotto l’esibizione a seguito di una bottiglietta d’acqua volata sul palco. Le prime ricostruzioni hanno parlato di una contestazione e di un lancio avvenuto contro la cantante la quale stamane ha precisato che ha fermato l’esibizione, scendendo dal palco, perchè le sembrava di cattivo gusto restare ’a favore di telecamerà. L’episodio ieri è stato stigmatizzato anche dal conduttore.
"#Napoli questa mattina ha una luce meravigliosa, un peccato lasciarla. Approfitto però della strada verso l’aeroporto per dire la mia - precisa l’artista - su ieri sera che a leggere Twitter o i siti di quotidiani sembra sia successo chissà cosa. Gianni Riotta mi ha telefonato qualche giorno fa per invitarmi al suo programma. Gianni - aggiunge Malika - è una persona gentile e un paio di anni fa si è lasciato intervistare da me salvandomi dal buco nero degli ospiti nella prima edizione di ’Sold Out’ e poi ero di strada, ovvio che abbia detto sì. Ho chiesto di non essere coinvolta in discussioni a sfondo politico perchè, pur avendo un’opinione, siamo in un momento in cui capita che le opinioni si urlino - sinceramente a me non piace urlare - e perchè volevo evitare che le mie parole potessero essere fraintese o strumentalizzate. Mi piaceva l’idea che ad un programma in cui si discute cosa succede in Italia ci fosse spazio anche per altro, non solo per l’analisi di drammi e difficoltà. Perchè in Italia succedono moltissime cose, per fortuna.
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