Maria Grazia Cucinotta a teatro racconta la solidarietà tra donne

Intervista a Maria Grazia Cucinotta, una delle dive italiane più amate al mondo, che ora affronta il palcoscenico del teatro in una divertente commedia che parla di donne e solidarietà femminile. Con Lei Michela Andreozzi e Vittoria Belvedere

Maria Grazia Cucinotta a teatro racconta la solidarietà tra donne

È davvero emozionante avere davanti Maria Grazia Cucinotta, una donna dallo sguardo magnetico e il sorriso contagioso. Impossibile riuscire a prendere un caffè e fare quattro chiacchiere con lei senza essere costantemente interrotti da questo o quello per un selfie, un autografo o un semplice complimento. E lei, con una semplicità estrema, nonostante tanti anni di carriera alle spalle e decine di film sia prodotti che interpretati, si concede con grande amore al suo pubblico. Famosa in tutto il mondo, dalla Cina, all’America, Maria Grazia ha ora ha intrapreso una nuova sfida professionale, quella del teatro dove insieme a Michela Andreozzi e Vittoria Belvedere porta in scena “Le figlie di Eva” una commedia molto divertente sulla solidarietà femminile, che apre a molti spunti di riflessione. Ma non è su questo che iniziamo a parlare a parlare con lei, piuttosto della sua evidente bellezza, a cui 50 primavere sembrano aver aggiunto ancora più fascino. Un segreto che ogni donna vorrebbe conoscere e non a caso proprio lei è stata scelta per una nota pubblicità che da settimane impazza in tv e che la mostra bella come ai tempi in cui girò “Il Postino”.

Lei è bella in tv ma bellissima dal vivo, sicura di non aver fatto qualche ritocchino?

“Sicurissima, non fa parte proprio del mio carattere, ho letto anche io di questa cosa, ma se fosse vera non avrei nessun problema a dirlo. Credo che il fatto di aver cambiato make up possa aver tratto in inganno. Nella pubblicità sono praticamente senza trucco. Credo comunque che più che la bellezza, conta quello che hai dentro, e soprattutto saperlo trasmettere. Io come tutte ho i miei difetti”.

Dopo tanti anni di cinema ora è passata a teatro come mai?

“E' stata una lotta con me stessa. Pensavo che con 33 anni di esperienza, avrei potuto fare tutto, invece no, la recitazione è completamente diversa, io poi sono molto timida e salire su un palcoscenico anche soltanto per consegnare un premio mi agitava. Ognuno di noi ha le sue fobie e io a 50 anni mi sono detta che volevo vincere queste paure e ci ho provato. Per fortuna ho avuto delle compagne di viaggio, come Michela Andreozzi e Vittoria Belvedere a cui all’inizio mi sono aggrappata. Ma ricordo che le prime volte dicevo a tutti: ‘Non ce la posso fare’. Invece poi sono stata felicissima, perché provare ancora l’emozione che ti fa tremare le gambe ti fa ritornare un po’ teen ager”.

La commedia che sta portando a teatro da tempo è “Le figlie di Eva”. Chi sono?

“Veniamo da un anno di successi, dove abbiamo avuto il 90% delle volte il teatro sold out. Ora sono tornata a casa, a Roma, e siamo al Teatro Umberto dove rimarremo fino al 9 febbraio. E’ una commedia che parla di solidarietà femminile: tre donne diverse che sono state ferite dallo stesso uomo, creano l’uomo perfetto che dovrebbe vendicarle. In realtà poi, grazie a questo capiscono che nella vita non c’è bisogno di avere altro, bastano loro”.

Tre donne che non si sarebbero mai scelte nella vita...

“Praticamente sull’orlo di una crisi di nervi, legate allo stesso uomo che è un politico spregiudicato, corrotto e doppiogiochista. Io interpreto Vicky la moglie di questo politico, poi c’è Elvira, interpretata da Michela Andreozzi che è la sua perfetta assistente, e infine Antonia, interpretata da Vittoria Belvedere, una ricercatrice universitaria che sta aiutando il figlio del politico a laurearsi”.

Il suo personaggio mi sembra molto diverso da lei...

“Completamente. Interpreto una donna che non ha mai avuto un problema in vita sua, che vive facendo shopping, completamente superficiale e che si ritrova ad essere lasciata ‘in diretta’ dal marito. Io sono diversa, sono felice quando riesco ad aiutare gli altri, sono timida, molto solidale con le altre donne”.

Oltre a non somigliare al personaggio di Vicky fa anche una parte molto divertente, una cosa insolita per lei...

“Mi diverte moltissimo interpretare questo personaggio femminile così diverso da me, sentire il pubblico che si diverte e che partecipa. Una cosa bellissima”.

Secondo lei la colpa è sempre degli uomini?

“No anche delle donne che fanno le scelte sbagliate. Comunque è anche vero che le donne quando si uniscono sono una vera forza, e ci sono anche degli uomini come quello che noi scegliamo per creare questa vendetta che sanno riconoscere le qualità che ha una donna. Lui infatti è quello che ci mette poi di fronte alla realtà dicendoci: ‘Perchè vi nascondete dietro un uomo quando in realtà voi siete la vera forza’. Ci sono gli uomini che sanno apprezzare le donne e sanno riconoscerne i meriti, poi ci sono anche quelli sbagliati, che noi a volte scegliamo e di cui ci innamoriamo, e quando succede alla fine diveniamo poco obiettive”.

Ma non è che andate un po’ troppo contro gli uomini?

“Noi non abbiamo nulla contro i maschi, ci vendichiamo un po’ di quelli che sono stati cattivi, non con gli uomini in generale”.

Come si lavora con due donne?

“Nello spettacolo c’è anche Marco Zingaro che interpreta il giovane attore che noi ingaggiamo e istruiamo, non siamo quindi soltanto donne in scena. Ma anche se lo fossimo io sarei felicissima, sembra banale dirlo, ma in realtà c’è grande intesa e complicità tra di noi, poi è una commedia esilarante, ci divertiamo noi, e anche il pubblico che viene a trovarci”.

Lei come donna ha fatto delle scelte importanti nella sua vita come quella di lasciare Los Angeles per tornare a vivere a Roma...

“Sono delle cose che fai senza pensarci. Egoisticamente avrei potuto scegliere la carriera, stare a Los Angeles, però poi avrei reso infelice due persone, mio marito e mia figlia Giulia e il fatto di vedere lei con un rapporto bellissimo sia con me che con il padre, mi conferma di aver fatto la scelta giusta”.

È anche una donna molto attenta al sociale...

“Come dicevo prima fare qualcosa per gli altri mi rende felice, sono ambasciatore di Komen Italia che è un’organizzazione basata sul volontariato, in prima linea nella lotta ai tumori al seno. Ma non soltanto, anche con NeMO SUD al policlinico di Messina per chi è malato di distrofia muscolare. Sono cose che mi fanno rimanere con i piedi per terra. Un malato non sceglie mai di esserlo”.

Da una splendida donna come lei che messaggio si sente di mandare alle altre donne?

“Gli uomini sono sempre stati così,

siamo noi donne che dobbiamo ad educare i nostri figli ed insegnargli ad amare le donne e ad essere gentili con loro, perché una donna, una madre, che giudica le altre donne, crescerà un uomo che diventerà poi violento”.

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