"Meloni come Mussolini": l'ultima assurdità di Gad Lerner. Piovono critiche

Il giornalista ha attaccato la leader di Fratelli d'Italia in tv. Ma le reazioni critiche non si sono fatte attendere: "Vuole appendere Giorgia Meloni a testa in giù?"

"Meloni come Mussolini": l'ultima assurdità di Gad Lerner. Piovono critiche

La dialettica di Giorgia Meloni come quella di Benito Mussolini prima del 1922. La fesseria in questione è stata pronunciata in diretta tv da Gad Lerner, il quale ormai vede il fascismo ovunque. Anche e soprattutto dove non c’è. Quella del giornalista è diventata una vera e propria ossessione, in grado di giocare anche brutti scherzi e di provocare clamorosi travisamenti della realtà. Lo scivolone più clamoroso in tal senso è capitato, per l’appunto, ieri sera: intervenendo a Otto e Mezzo, su La7, Lerner ha azzardato un paragone a dir poco sconclusionato pur di attaccare la leader di Fratelli d’Italia.

Nel talk show di Lilli Gruber, il giornalista ha dapprima affermato di voler approfondire la radice del pensiero politico di Giorgia Meloni. Per farlo, ha scomodato alcuni passaggi del suo recente libro e si è lanciato così in una analisi ad alto tasso di faziosità. Con tono serioso, infatti, Gad ha affermato: "Secondo la Meloni, cito testualmente il suo libro, il bipolarismo dei prossimi anni in Italia vedrà da una parte il Partito Democratico, partito collaborazionista delle ingerenze straniere, e dall'altra Fratelli d'Italia, il movimento dei patrioti. È lo schema antichissimo di chi inneggia alla libertà, come faceva il tumultuoso Mussolini prima del '22, per affermare: io rappresento il popolo sovrano, il popolo depredato, i miei avversari invece sono subdoli strumenti del grande burattinaio straniero che ci vuole opprimere".

Nella discutibile analisi letteraria del giornalista, insomma, Giorgia Meloni si sarebbe trasformata in una prosecutrice delle dialettiche mussoliniane. Una assurdità rispetto alla quale ci saremmo aspettati almeno un intervento da parte della conduttrice Gruber, la quale invece ha lasciato proseguire l’intemerata di Gad. "Questa dialettica fa paura, è la radice culturale che ha molto a che fare con il fascismo del passato, ma che oggi è riproposta negli Stati Uniti, in Ungheria, in Polonia…", ha proseguito il giornalista.

Le sue parole, come prevedibile, hanno suscitato sconcerto e reazioni critiche. Se nello studio di Otto e mezzo le affermazioni di Gad non erano state troppo contestate (se non dall’ospite Alessandro Giuli), all’indomani della puntata sono invece state stigmatizzate da più parti. La prima reazione in tal senso è arrivata proprio da Fratelli d’Italia. "Lerner vuole appendere Giorgia Meloni a testa in giù? Paragonare il leader di Fratelli d'Italia, unica forza democratica di opposizione in Parlamento, e presidente di Ecr a Mussolini equivale a proporne la stessa fine. Le forze politiche e sociali prendano le distanze da queste pericolose farneticazioni, che incitano all'odio", ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. E, su Twitter, anche il leader di Azione, Carlo Calenda, ha utilizzato toni critici nei confronti del giornalista: "Stiamo perdendo il senso dei fatti e della storia. Condannare le alleanze internazionali di Fdi e le violenze di Forza Nuova è doveroso, paragonare la Meloni al capo dello squadrismo italiano responsabile di decine di morti nel biennio rosso è follia, ignoranza e irresponsabilità".

Netta nella condanna anche Wanda Ferro, vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia: "Nonostante Gad Lerner non sia nuovo a clamorose sparate, va sottolineato che paragonando Giorgia Meloni a Mussolini ha davvero toccato il fondo. Le sue dichiarazioni sono inammissibili, ingiustificabili e alzano pericolosamente il livello dello scontro.

Auspichiamo ma non crediamo che possano arrivare presto le sue scuse e quelle di Lilli Gruber che, ospitandolo nella sua trasmissione gli ha consentito tali farneticazioni senza interromperlo. Nel frattempo, tutte le forze politiche se non vogliono avallare la sua tesi, condannino fermamente le parole di Lerner".

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