"Mi rifaccio il trullo" a cavallo tra nord e sud sulla scia di Zalone

Una Puglia in chiave ironica con il lieto fine tra Nord e Sud

"Mi rifaccio il trullo" a cavallo tra nord e sud sulla scia di Zalone

Un po’ impacciato e alle prese con mille avventure è l’uomo del sud proposto nel film di Vito Cea e interpretato da Uccio De Santis, popolare comico pugliese.
“In comune con Checco abbiamo la voglia di mantenere integra la nostra origine” e la vis comica della terra del sud ha dichiarato De Santis in un’intervista durante l’uscita nelle sale del primo film sul grande schermo.

La pellicola ripropone il modello vincente al botteghino del pugliese alla Zalone: attaccato al suo retaggio culturale, ma desideroso di aprirsi al mondo. Una parodia anche “spietata” che mette in evidenza pregi e difetti dell’uomo del Mezzogiorno e le differenze culturali con il nord. Ma senza triti e vecchi stereotipi

Così, Michele Modugno, muratore, vive in un trullo insieme alla sorella e al cognato. Michele decide di affittare per l’estate un altro piccolo trullo sul mare di sua proprietà. Il giorno prima di ospitare una turista milanese, la casa sparisce nel nulla. Qualcuno ha rubato il trullo. Il confronto con la bella milanese sconvolge la vita del protagonista. E lo scontro iniziale, nato dalle diversità culturali si trasforma, poco alla volta, in amore.

Il tema dell’amore (un cult) e quello attualissimo della vendita dei trulli al nord, fuori dal loro “habitat” storico. Uno sradicamento, come per gli ulivi anch'essi molto richiesti da Roma in su, che è certo tema difficile da gestire.

La chiave comica di una Puglia “depredata” è comunque coraggiosa.

Il trullo “venduto ai ricchi settentrionali” fa pensare ai destini di una terra. Il lieto fine addolcisce i toni e prova a ricongiungere i lembi estremi del Paese slabbrati da troppi stereotipi e opposte incomprensioni. Riuscirà a imitare Zalone anche negli incassi?

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