«Sono la Contessa del popolo, posso mangiare un panino con la mortadella o sedermi a un tavolo di Gran Gala. Per questo la gente mi vuole bene». La Contessa Patrizia De Blanck è sempre più vicina alla Casa del Grande Fratello Vip, in partenza il 15 settembre su Canale 5. Tv Sorrisi e Canzoni la dà per confermata, anche se la definitiva firma contrattuale non ci sarebbe ancora, in attesa di un accordo economico. Nel frattempo i social sono impazziti e la Contessa si conferma la presenza più attesa di questa edizione.
Personaggio del jet set internazionale e dei salotti televisivi dagli anni 2000 in poi, parte (sempre secondo social e rumors) già favorita per la vittoria. Nel frattempo lei si riposa: «Sto vivendo una fase tranquilla, mi preparo a eventuali tempeste».
Quale sarebbe la condizione base perché Lei partecipi al Grande Fratello?
«Siccome non amo dormire con altri ho chiesto una stanza autonoma e un bagno a parte. Ma non so se sarò accontentata...».
Ma perché ha deciso di accettare?
«Per fare una sorta di esperimento sociale, una sfida. E poi per trovare un po' di libertà e di pace. Con il Covid ho scoperto di essere ipocondriaca e che mia figlia Giada lo è all'inverosimile. In casa, visto che viviamo insieme, è tutto un Lavati le mani, Togliti le scarpe»
Com'è il vostro rapporto?
«A parte gli scherzi, è proprio la classica brava ragazza, una donna per bene, bella dentro e fuori».
Lei e Giada avete un precedente televisivo che vi accomuna, L'Isola dei famosi.
«È stata la mia esperienza in tv più significativa, mi ha procurato piacere e sofferenza. Ma anche fame nera, che ho provato per la prima volta in vita mia e mi ha fatto capire parecchie cose. Che godimento, quando ci arrivava quel pugno di riso scotto tra le mani».
La rifarebbe?
«Certo. Anche per mia figlia è un bel ricordo. O meglio, lei è una vincitrice mancata di quel programma. È arrivata in finale con Walter Nudo, che poi ha vinto, ma Lele Mora ha poi confessato in tv di aver pagato dei call center per farlo vincere. Giada aveva vinto tutte le prove, si è fatta pure un taglio da 17 punti su una gamba... Perdere in quel modo è stata la prima grande delusione della sua vita. Però L'Isola è un'esperienza che servirebbe a chiunque, per capire quanto siamo fortunati. A differenza nostra, per i nativi di quel posto, la fame non era il problema di un momento».
Perché si butta in questi reality?
«Perché so che durano poco e perché credo di avere qualcosa da dire. E poi perché sono curiosa».
Eppure di esperienze ne ha già fatte tante, ha vissuto una vita che ne vale sette.
«Anche dieci, prego»
È stata amata o ha amato di più?
«Sono stata più amata, per me gli uomini hanno fatto cose folli. Da ragazza avevo tutto, ero bella, ricca, intelligente. E non lo dico per vantarmi, era la pura verità. E poi mi sono tolta tante soddisfazioni, ho fatto con gli uomini ciò che gli uomini fanno con noi. Sono stata una grande vendicatrice delle donne. Un calcio in culo a quelli che non amavo e via. Sono stata una Robin Hood al femminile».
Tra i suoi flirt anche uno famoso, con Alberto Sordi.
«Che bel ricordo. Ci siamo molto divertiti, eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non ne sono mai stata innamorata, ma siamo rimasti legati tutta la vita. Ne ho avuto uno anche Franco Califano, siamo rimasti amici anche a storia finita. Era molto passionale, ma fumava troppo. A un certo punto tra sesso e fumo ho scelto l'aria pura. Ed è finita».
E amici come prima.
«Resto amica dei miei ex. Ricordo come fosse ieri il momento in cui Califano mi ha conquistata. In una delle nostre scorribande ci siamo fermati a comprare due fette di cocomero, il venditore dormiva profondamente su una sedia e Franco gli mise i soldi nel taschino. Un gesto fatto di sensibilità, che mi colpì».
Si è innamorata spesso?
«Che parolona. Solo due volte, uno è il papà di Giada (Giuseppe Drommi, allora console di Panama, ndr), l'altro non lo dirò mai. Ma non sono mai stata tipo da perdere la testa».
In passato si è definita una traditrice seriale.
«Confermo. E ci ho sempre messo il cuore. Sono stata protagonista di quel film che è la mia vita, mai spettatrice»
Qualche rimpianto?
«Non aver fatto un altro figlio. Non volevo averne, però siccome al papà di Giada stava morendo una figlia, all'epoca molto malata, ho voluto renderlo nuovamente padre. È stato un atto di generosità, d'amore. Ho perso quel bambino ed è stato un colpo, diventare madre per me era diventata una specie di sfida. Allora consultai uno specialista, feci una cura e rimasi incinta. Crescere Giada si è poi rivelata un'esperienza stupenda. Ecco, avrei voluto avere anche un maschietto»
Curiosità. Ha senso la nobiltà, ancora oggi?
«Vede, mia madre manteneva di tasca propria un
intero brefotrofio a Cava dei Tirreni. I privilegi non sono meriti, bisogna farseli perdonare, mettendoli a disposizione altrui. La nobiltà ti offre grandi valori educativi, quelli hanno ancora un senso. O almeno spero» .
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