Mika, Pausini e Cattelan: "La musica è pace e unità"

Il via stasera a Torino. I tre conduttori: "Quando ci sono in ballo i valori, lo show diventa politico"

Mika, Pausini e Cattelan: "La musica è pace e unità"

«La musica è pace, è unità, è il più grande simbolo. Siamo qui tutti insieme tenendoci per mano per dire una cosa molto semplice: musica significa pace». Parole di Mika, Laura Pausini e Alessandro Cattelan, i tre conduttori dell'Eurovision Song Contest che comincia questa sera a Torino. Certo, bastasse una canzone per fermare la guerra, saremmo tutti a cantare a squarciagola. Però è vero che questa edizione dello show musicale più grande al mondo ha assunto un significato politico che mai ha avuto nei suoi 66 anni di esistenza. Non fosse altro perché si è schierato apertamente contro Putin eliminando la Russia dalla competizione e lanciando la Kalush orchestra, la band ucraina già data per favorita per la vittoria sull'onda dell'emozione per l'invasione del loro Paese. Il loro brano Stefania è un inno alla madre, alla madrepatria, alle donne sotto le bombe. E, dunque, come non tifare per il Paese devastato dall'esercito russo. Non per nulla i tre moschettieri hanno aperto la loro prima conferenza stampa corale sottolineando il momento storico in cui va in onda questa manifestazione. «La musica - ha sottolineato Mika - è qualcosa che davvero unisce, anche persone tra loro diverse. È bellissimo vedere tutte queste culture differenti unirsi sullo stesso palco». Per Cattelan «questo non è uno show politico, ma ha valori e quando ci sono valori diventa politico». Unità nella diversità dei singoli, che, almeno in conferenza, si respira, a smentire definitivamente le voci di contrasti tra di loro e le bizze da star: «Condividiamo gli stessi valori».

Del resto non c'è tempo per le follie, sulle loro spalle c'è uno show che vedranno duecento, dicasi duecento, milioni di persone. Una macchina gigantesca, precisa al millimetro, con 40 Paesi in gara al PalaOlimpico di Torino. E dunque Laura, la nostra star da esportazione, Alessandro, il nostro showman più internazionale e Mika, l'artista straniero più italianizzato, la sentono pesantemente questa responsabilità. «Da non dormirci la notte». «Ma è anche una grande opportunità per imparare cose nuove, per migliorare, per scoprire nuova musica», spiega la Pausini. Per Mika è anche un momento di pentimento. Anni fa disse con disgusto che non voleva cantare per rappresentare l'Inghilterra perché l'Eurovision, quella musica popolare così diversa dalla sua arte raffinata, gli faceva schifo, invece oggi lo presenta. «A volte si dicono cose sbagliate in momenti sbagliati - risponde - ma vedo l'Eurovision da quando sono bambino e penso che negli ultimi anni sia molto migliorato e sono felice di essere qui». Mika e Laura giovedì si esibiranno in un duetto «per dare un messaggio puro», forse ricorreranno al repertorio di Patti Smith. Cattelan invece nella prima semifinale si impegnerà in un momento ironico sugli italiani alle prese con l'Eurofestival. Ci sarà anche un omaggio a Raffaella Carrà, altra star planetaria.

E, dunque, stasera i tre daranno il via a questa colorata, folkloristica, elettrica, rumorosa, anche kitsch, carovana del pop. Per l'Italia diretta su Raiuno (con il commento di Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi), Raiplay e Rai Radio Due. Quaranta gli artisti che si esibiscono. Nella prima semifinale di stasera gareggiano 17 Paesi, tra cui appunto la Kalush Orchestra ucraina. Non c'è dubbio che passerà il turno (10 vanno in finale). Ospite Diodato, che potrà rifarsi della mancata partecipazione all'Eurovision 2020, soppresso causa Covid. Ospite anche Dardust. Seconda semifinale giovedì con gli altri 18 Paesi e altri dieci che passano il turno. Ospiti Il Volo. I verdetti sono un mix tra giuria di esperti e televoto: ogni nazione non può votare per il proprio rappresentante. Le big five (cioè Italia, Francia, Inghilterra, Germania e Spagna, le nazioni che più contribuiscono all'European Broadcasting Union, Ebu) vanno di diritto alla finale. L'Italia ci è comunque entrata per la vittoria dei Maneskin lo scorso anno, in quanto Paese organizzatore. Nella grande serata di sabato la band che ha riportato la musica italiana a livello mondiale presenterà l'ultimo singolo Supermodel. Con un salto temporale e musicale di 50 anni, sul palco salirà anche Gigliola Cinquetti che vinse l'Eurovision nel 1964 cantando la sua famosa Non ho l'età. Mahmood e Blanco in gara per l'Italia in quanto vincitori di Sanremo proveranno a fare concorrenza alla Kalush Orchestra con una nuova versione di Brividi. Achille Lauro gareggia giovedì per San Marino, se arriverà in finale sarà divertente vedere se gli italiani voteranno in massa per lui.

E, allora, via alla musica, un po' di frastuono per coprire il

fischio delle bombe. E chissà che l'anno prossimo non ci ritroveremo con l'Eurovision a Kiev, tra le macerie. Perché se vincono i Kalush toccherà all'Ucraina organizzare la manifestazione. E allora ci sarà veramente la pace.

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